Nikitina Tatiana, Bovrova Svitlana e Shivdloska Tetiana erano state accusate del grave reato di usura aggravata con l’erogazione di importi da 800 euro a 10mila euro: cifre da restituire, con interessi superiori al tasso soglia previsto dalla legge ai danni di una concittadina e per questo erano state tratte a giudizio.
Oggi si è concluso il complesso processo penale con sentenza di insussistenza del fatto emessa dal Collegio Penale presieduto dal Dr. Sergio Pezza, in perfetta linea con le argomentazioni della difesa rappresentata dall’avvocato Antonio Leone che ha contestato le conclusioni della Procura di condanna alla pena dai 3 anni e 6 mesi a quella di 2 anni e 4 mesi.