Basi che mancano, reperti che non entrano nella teca, pezze a colori e verrebbe da aggiungere ricchi premi e cotillons. Eh sì, perché pare costantemente fantozziana l’atmosfera che accompagna ogni step riguardante i Pics. L’ultimo l’arrivo dei reperti nel Lapidarium, struttura già di per sé di dubbio gusto tanto che sovente qualche turista è caduto in equivoco osservandola, non ha fatto mancare momenti da commedia, con disguidi che hanno fatto slittare (ancora) l’unico vero momento solenne per questa amministrazione: il taglio del nastro.
E così tra colori discutibili, tempi dilatati al massimo, il comun denominatore della pioggia che penetra più o meno in tutte le nuove strutture inaugurate “la saga dei Pics” si arricchisce di un nuovo capitolo. Ci sarebbe da ridere per la coerenza con cui questa amministrazione riesce a non “azzeccarne” una, ma ahinoi, gli effetti raffazzonati e pasticcioni di un agire mai rigoroso si ripercuotono inevitabilmente sulla città: e no, questo non fa ridere.
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