A MENTE FREDDA quello originale, rubrica ideata e curata da Daniele Piro caporedattore allo sport
Chi si lamenta dopo la partita odierna per non aver visto il solito Benevento rullo compressore deve prenotare una bella visita ospedaliera o fare un ripasso del manuale del calcio. Benevento – Casertana odirerno rispecchia in pieno la partita Napoli- Lecce di ieri; da un lato due capoliste granitiche e schiacciasassi soprattutto fra le mura amiche, dall’altro due squadre in crisi e predestinate ad essere le vittime scarificali del turno domenicale di campionato. E’ finita uno a zero sia qui che a Napoli e per quanto ci riguarda, la virtu’ che più serviva in partite come queste è stata la pazienza menzionata nel titolo. Contro una squadra che è venuta a Benevento ad erigere muri alla Pink Floyd o a parcheggiare il pulmann nella sua area di rigore, è stato difficile riuscire a trovare varchi per far gol o comunque giocare il solito calcio spumeggiante, arioso e di profondità a cui siamo abituati (almeno fra le mura amiche). Ne è scaturita una partita maschia, con una miriade di fraseggi e passaggi a volte estemporanei dovuti alla difficoltà già menzionata di trovare lo spunto vincente.
E’ dire che la partita poteva incanalarsi nel verso giusto fin da subito, se la deviazione di Berra su tiro di Simonelli dopo un minuto avesse trovato miglior fortuna; per vedere qualche azione pericolosa ci si è dovuti affidare ai tiri da fuori di Lamesta (alto) , di Prisco che ha esaltato l’intervento volante di Zanellati a metà del primo tempo, ed a quelli di Manconi , ancora Lamesta e Talia. In una partita a senso unico però può sempre capitare l’episodio contro che può tramutasi in beffa e che puntualmente si stava verificando ad inizio ripresa quando Nunziante ha abbassato la saracinesca davanti a Paglino presentatosi solo soletto davanti al pipelet beneventano; incredibile lo svarione di Berra in non perfette condizioni fisiche che rischiava di cambiare l’esito del match.
Il campanello di allarme ha un po’ cambiato l’andamento della partita. Non più un Benevento arrembante ma quasi attendista, compassato che ha colpito al momento giusto; momento arrivato ad un quarto d’ora dalla fine quando su perfetto cross di Lemesta dalla destra, Viviani ha accarezzato il pallone in torsione facendolo adagiare vicino l’angolino basso alla destra di uno Zanellati immobile. Se proprio dobbiamo muovere un piccolo appunto alla truppa di Auteri, diciamo che c’è stata l’incapacità di non riuscire a chiudere il match con almeno tre occasioni buttate alle ortiche in ripartenza con la squadra rossoblù disordinatamente sbilanciata in avanti . Con Viviani si allunga la lista dei giocatori andati in gol con la casacca giallorossa e si allungano anche i clean sheet di Nunziante sempre più padrone della porta sannita. Tre punti dovevano essere e tre punti sono arrivati.
La sostanza dice che manteniamo la vetta con 4 punti di vantaggio, mentre dietro scivola il Catania in casa, impatta il Trapani in maniera rocambolesca e si fa prepotentemente largo l’Avellino che sta rifilando goleade ovunque. Auteri, per sua stessa ammissione, può contare su una rosa ampia e carica a mille e vede tutti titolari. C’è da dimostrarlo in questo trittico iniziato oggi che continuerà con il doppio impegno ravvicinato di Crotone fuori e Turris in casa. La cronaca della partita finisce qua per lasciare posto al vergognoso spettacolo andato in onda in diretta nazionale, offerto da un orda di barbari arrivati a riempire il settore ospite dello stadio Vigorito.
Quello a cui abbiamo assistito oggi dovrebbe portare alle immediate dimissioni di tutti gli attori che a vario livello sono impegnati a garantire la sicurezza di un evento sportivo. Non c’è un solo colpevole perché sono tutti colpevoli. Da chi ha fatto i controlli lungo la statale della carovana giunta da Caserta nel Sannio, a chi ha dovuto gestire il servizio d’ordine fuori dallo stadio che si è ben guardato dal perquisire quanti hanno fatto entrare sugli spalti una vera e propria Santa Barbara impunemente ed ha dato sfoggio del proprio grado, anzi degrado di imbecillità. La cosa che fa sorridere è che lo stesso GOS aveva classificato la partita come gara a rischio. Ci si aspetterebbe allora un accurato e severo controllo di chi arriva e soprattutto su cosa arriva, ed invece il massimo dell’ idea partorita è stato quello di bloccare una città con divieti e chiusura di strade, limitazione di parcheggi ed aree di sosta, a scapito del cittadino e tifoso locale che ormai per andare allo stadio poco ci manca che deve paracadutarsi dall’elicottero per riuscire ad arrivare senza intoppi.
Qualcuno, più di uno, dovrebbe farsi un serio e severo esame di coscienza visto che non è nemmeno la prima volta che tuttociò accade. Viene da chiedermi come mai in trasferta ( e credetemi, ne ho fatta qualcuna) a noi beneventani viene fatta una perquisizione capillare, vengono analizzati striscioni e aste delle bandiere, veniamo filmati, fotografati e schedati con tanto di documento alla mano. Poco ci manca che dobbiamo presentare pure tessera sanitaria e tesserino delle vaccinazioni per entrare negli stadi ospitanti; gli stessi spesso non sono nemmeno stadi ma catini, accozzaglia di cemento e tubolari a volte raggiungibili con percorsi assurdi fra vicoli e quartieri popolari. La vera violenza la si combatte con i fatti soprattutto facendo bene il proprio lavoro, cosa che oggi non si è vista per nulla. Siamo francamente stufi di essere presi in giro a casa nostra o di subire certe decisioni che poi si rivelano del tutto inutili o che comportano solo disagi per chi vuole godersi un pomeriggio di allegria sugli spalti con familiari ed amici. Oggi avete fallito! Vergognatevi,
Scugnizzo69