“L’approvazione al Senato del disegno di legge Montagna, fortemente voluto dal ministro Calderoli e dalla Lega, è un ulteriore passo avanti per il riconoscimento, la tutela, la promozione e lo sviluppo delle zone montane. Ora manca soltanto il via libera della Camera dei Deputati e il testo sarà legge”. A dirlo è Luigi Barone, responsabile nazionale Coesione Territoriale e Zes della Lega Salvini Premier. “Il testo approvato dal Senato prevede la garanzia di servizi e in particolare di misure per assicurare istruzione e sanità nelle zone montane ma anche riguardo sportelli postali e bancari e infrastrutture digitali. Sono previsti, inoltre, incentivi allo sviluppo economico attraverso il sostegno ad attività e professioni di montagna con la valorizzazione degli investimenti per chi sceglie di fare impresa nelle zone montane. Aiuti anche per i giovani che decidono di vivere nelle zone montane: incentivi per ristrutturazione e acquisto di casa, sostegno alle imprese giovanili e alla natalità. La norma non tralascia certo la tutela dell’ambiente e del paesaggio attraverso la valorizzazione di pascoli, boschi ed ecosistemi montani”, afferma Barone che aggiunge: “L’obiettivo del ministro Calderoli è quello di ridurre le condizioni di svantaggio attualmente presenti, sostenere le attività produttive, fronteggiare lo spopolamento e consentire alla popolazione residente nelle zone montane di poter fruire di tutti i servizi essenziali in condizioni di parità con chi risiede nelle altre aree”. Per quanto riguarda l’individuazione dei comuni montani, il dirigente della Lega spiega che “entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, sono definiti i criteri per la classificazione dei comuni montani che costituiscono le zone montane in base ai parametri altimetrico e della pendenza. Per gli investimenti sono immediatamente disponibili gli oltre 200 milioni di euro del fondo per lo sviluppo delle montagne italiane”, spiega Barone che conclude: “Ovviamente la Strategia per la Montagna Italiana deve tener conto delle strategie regionali e delle politiche territoriali attuate nell’ambito della Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne e del relativo Piano strategico nazionale delle aree interne anche tramite il cofinanziamento di interventi infrastrutturali e di investimenti, nonché del Piano strategico della Zona economica speciale per il Mezzogiorno– ZES unica”.