Aumenta la produzione insieme alla qualità dei fiori made in Campania. Nel secondo quadrimestre del 2024, le aziende del settore florovivaistico della regione Campania registrano un sostanziale +20% di fatturato, con il comparto wedding ed eventi a fare da traino. Indicazioni positive arrivano anche dagli ordinativi in vista del ponte di Ognissanti, con un significativo aumento rispetto al 2023. Questi sono i dati forniti dal Consorzio Produttori Florovivaisti Campani.
“La Campania del florovivaismo è una realtà di primato, grazie al lavoro e alla dedizione delle tante aziende, cooperative e dei dipendenti che quotidianamente si impegnano per migliorare la nostra produzione e la qualità dei fiori recisi. Una produzione d’eccellenza che va difesa, tutelata e valorizzata. I fiori made in Campania sono sempre più apprezzati e riconosciuti sia sul mercato nazionale che internazionale” – dichiara Vincenzo Malafronte, presidente del Consorzio Produttori Florovivaisti Campani.
“Quest’anno abbiamo registrato un aumento sostanziale delle vendite. I mercati internazionali richiedono sempre di più i fiori campani e, al tempo stesso, il comparto wedding ed eventi ha dato un forte impulso: sono tantissime le coppie, italiane e straniere, che non solo scelgono le location più romantiche della nostra regione per giurarsi amore eterno, ma vogliono farlo circondati dai profumi e colori dei nostri fiori” – continua il presidente.
“Ora abbiamo davanti a noi sfide importanti e stimolanti. Come ho già ribadito ai vertici regionali, e in particolare all’assessore regionale all’agricoltura, Nicola Caputo, abbiamo tutte le potenzialità per consolidare la nostra presenza sul mercato mondiale. La nascita di Gaia Florum – Polo Logistico Florovivaistico rafforzerà la nostra competitività. La vera sfida ora è migliorare costantemente la qualità e la varietà delle nostre produzioni, intensificando gli sforzi per offrire servizi innovativi orientati alla soddisfazione dei consumatori e al comparto logistico, il tutto senza dimenticare la sostenibilità ambientale” – conclude Malafronte.

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