Nella filosofia greca antica ci sono quattro parole per indicare il tempo : χρόνος (chronos), καιρός (kairos), αἰών (Aion) e ἐνιαυτός (Eniautos).Nella Fisica Aristotele definisce il tempo come “il numero del movimento. secondo il prima e il poi”.(Fisica 219b). Il tempo è, per Aristotele “il numerato e il numerabile”. Anche secondo Aristotele il tempo è pieno dagli “adesso” che si sussseguono sono identici e diversi.
Aion secondo filosofia greca antica, è il tempo della vita che non scompare ma anzi esiste nel tempo. Il significato d’ Aion è legato al presentarsi delle stagioni e ai frutti e che queste portano e con la natura. Kairos è la parola che significa “un tempo nel mezzo” anche è una nozione di tempo qualitativa.
Il kairos è un momento, ma non inteso come una durata misurabile che si estende da un punto a un altro punto. Esprime anche questo “tempestivamente”.
Secondo Sofocle (Eleni 57sgg) è quando il tempo culminante di qualsiasi cosa e indentifica con l’ ordinatore di ogni grande opera. Esiodo dice che Kairos è “tutto ciò che c’è di meglio di qualcosa”, e Euripide dice che ciò “è il migliore delle guide in ogni impresa umana”. Pittaco Mitiline diceva “Καιρὸν γνῶθι” cioè, riconosci il momento opportuno e Periandro di Corinto diceva “Καιρὸν πρόσμενε” cioè, aspetta il tuo tempo.
Una statua di bronzo conosciuta in letteratura, fatta dal famoso scultore greco Lisippo da Sikyon si chiama Kairos. Kairos è descritto nei versi del poeta Posidippo.La statua allegorica originale di bronzo fatta da Lisippo era collocata a casa sua, nell’Agora dell’ellenica Sikyon.
Sulla base della statua era inciso un epigramma di Posidippo nel quale lo stesso kairos «Di dov’era lo scultore? Di Sicione./ Ed il suo nome? Lisippo./ E chi sei tu? Il tempo che sottomette ogni cosa./ Perché stai in punta di piedi? Sto sempre correndo./ E perché hai un paio di ali ai piedi? Io volo nel vento./ E perché tieni un rasoio nella mano destra? Come segnale agli uomini/ del fatto che io sono più affilato che qualsiasi altro bordo./ E perché i capelli ti scendono sulla faccia? Perché chi m’incontra mi acciuffi./ E perché, in nome del cielo, il retro della tua testa è rasato? Perché/nessuno che un tempo mi ha lasciato correre sui miei piedi alati / anche se, scontento, lo desidera / mi prenderà ora da dietro./ Perché l’artista ti ha modellato? A tuo vantaggio, straniero, e mi ha/ messo nel portico a mo’ di lezione.»
Tempo, Kairos, sono punti del nostro destino.
*Apostolos Apostolou. Professore di filosofia.
( In foto)