Di Paola Francesca Moretti caporedattore all’ attualità
È accaduto a Roma. Margaret Agata Spada, giovane siciliana di 22 anni, ora, giace sulla fredda barella di un obitorio. I famigliari attendono che gli esiti autoptici facciano chiarezza sulle cause della prematura morte della loro congiunta. Era bella Margaret e prossima alle nozze ma il suo naso proprio non le piaceva, allora, perché non dargli una ritoccatina? Il mondo virtuale offre di tutto di più a costi convenienti, secondo fonti giornalistiche su TikTok la giovane avrebbe trovato, in base alla pubblicità del servizio cercato, medico, prezzo accessibile e modalità di intervento allettante: rinoplastica mini invasiva e senza cicatrici. Beh! Che si può sperare di più? Margaret non perde tempo, insieme al fidanzato intraprende il viaggio che da Lentini la porta diritta alla morte, attraversando prima la Caput mundi per finire nella struttura posta sotto sequestro dai carabinieri del Nas. Non so a voi ma a me danno sui nervi frasi come: “morta per un banale intervento oppure morta per un intervento di routine” e leggerle sui giornali o ascoltarle nei salotti televisivi mi irritano ancora di più. Un intervento è sempre un intervento che potrebbe avere nella sua banalità e routinarietà delle conseguenze nefaste.
Margaret è morta su un tavolo operatorio, verosimilmente, a seguito di una dose di anestetico, le indagini sono in divenire, dunque, ci si muove nell’ambito delle ipotesi, ma la sua scomparsa mi fa riflettere sul peso dell’ossessione per la perfezione del corpo e al contempo dell’essere diversi a causa di una patologia rara.
Uomini e donne, ognuno con la propria individualità, distinti e simili in difetti e pregi, portatori di luce e sapere.
La diversità negata
Vi sono malattie che non possono essere diagnosticate in fase prenatale, anche se la ricerca medico-scientifica ha fatto passi da gigante in questo senso invece altre possono essere individuate attraverso una serie di esami. Qual è la reazione dei futuri genitori davanti alla prospettiva di un figlio “non perfetto”? Conosco diverse coppie che dinanzi alla possibilità di un nascituro affetto da un grave limite, si sono rifiutate di accettare la sentenza e hanno detto sì alla vita. Madri e padri illuminati dall’amore, i quali si sono trovati nella condizione di crescere i figli tra disagi e abbondono da parte delle istituzioni, ma fortunatamente non hanno mollato. Ora, quei bimbi sono dei giovani che vivono, seppure con qualche piccola difficoltà, la propria normale quotidianità.
In quei casi si trattava di malattie di una certa rilevanza ma ahimè nella nostra società, dove impera l’ossessione per il bello e il perfetto, vengono rifiutate persone in sovrappeso o semplicemente con il naso a gobba.
L’incubo della perfezione dove ci condurrà?
Anche azzardare una previsione sembra pensiero arduo. Ogni giorno leggiamo e ascoltiamo inquietanti fatti di cronaca dove i protagonisti di reati gravi sono ragazzi e la fascia di età tende sempre di più ad abbassarsi. Mi sembra di vivere in una realtà capovolta, dove le diversità accettate, se non esaltate e motivo di vanto nel mondo virtuale sono la violenza, i comportamenti autolesionistici e suicidari o altri misfatti che solo menzionarli fanno rabbrividire, eppure la mano dietro il cellulare è pronta a riprendere istante dopo istante come se tutto fosse un gioco e nulla più. All’opposto, tutte le persone che conosco che vivono con dei limiti fisici sono creature eccezionali, piene di energia, di desiderio di conoscere e di attaccamento alla vita.
Cari amici dell’Eco del Sannio vi lascio alla lettura di questa meravigliosa filastrocca di Gianni Rodari, uomo intelligente e di grande sensibilità.
Il dromedario e il cammello di Gianni Rodari
Una volta un dromedario, incontrando un cammello,
gli disse: “Ti compiango, carissimo fratello:
saresti un dromedario magnifico anche tu
se solo non avessi quella brutta gobba in più”.
Il cammello gli rispose: “Mi hai rubato la parola.
È una sfortuna per te avere una gobba sola.
Ti manca poco ad essere un cammello perfetto:
con te la natura ha sbagliato per difetto”.
La bizzarra querela durò tutto un mattino.
In un canto ad ascoltare stava un vecchio beduino
E tra sé intanto pensava: “Poveretti tutti e due
Ognuno trova belle soltanto le gobbe sue”.
Così spesso ragiona al mondo tanta gente
Che trova sbagliato ciò che è solo differente.
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