Ricordate la canzone L’Isola che non c’è? Edoardo Bennato la portò all’attenzione della platea nel lontano 1980. Chissà se dopo più di 40 anni il cantautore napoletano avrebbe visto avverarsi il sogno del suo brano, ovvero vedere scomparire davvero un’ isola dalle mappe geografiche. E’ quello che è accaduto quest’anno. Andiamo con ordine. Nell’Artico Russo, precisamente al largo delle coste dell’isola di Eva-Liv, in quella che viene comunemente chiamata la Terra di Francesco Giuseppe, vi è un arcipelago composto da oltre 190 isolett,e fra cui il piccolo promontorio di Mesyatsev, una distesa di ghiaccio e ghiaia che lo legavano al territorio circostante.
Nel lontano 1985 cominciarono a verificarsi i primi restringimenti del promontorio in questione che di fatto si stacco’ dalla terra ferma per diventare un isolotto. Nel 2010 copriva poco più di un milione di km quadrati, che per rendere l’idea, è la superficie paragonabile a 20 campi di calcio. Nell’ambito di un progetto didattico sul monitoraggio del territorio suddetto, un gruppo di studenti russi, confrontando le varie immagini satellitari nel corso degli anni, ha scoperto che tale isoletta non esiste più, completamente scioltasi per il riscaldamento globale.
La cosa che più preoccupa è la rapidità con cui tale scioglimento è avvenuto. Lo scorso anno la superficie si era ridotta a soli 30.000km quadrati con una perdita di oltre il 99% rispetto al 2010, mentre il 3 settembre di quest’anno, la Società Geografica Russa, coordinata dal Moscow Institute Aviation, nell’ambito di una campagna denominata RISKSAT, ne ha ufficializzato la totale scomparsa. Che le cause siano riconducibili al riscaldamento globale è certificato dalle parole di uno dei ricercatori di punta dell’Istituto, nonché coordinatore del progetto, ovvero Alexy Kucheiko che in una recente intervista ha dichiarato che “l’isola si è completamente sciolta”, evidenziandone appunto la rapidità con cui tale processo è avvenuto, soprattutto negli ultimi anni.
Nel 2015 infatti la superficie era ancora di circa 500.000 km quadrati, mentre nel 2022 era diventata già così piccola al punto di non essere più monitorata, in quanto destinata a scomparire; scomparsa certificata proprio quest’anno. Un fenomeno che porta all’attenzione ancora una volta i gravi problemi climatici che sono particolarmente evidenti nell’ Artico, alle prese con sempre più lunghe e costanti ondate di calore che provocano la conseguente regressione dell’estensione della banchisa polare e mettono a dura prova l’ambiente faunistico presente. Un chiaro monito a far si che le tante decisioni partorite dai convegni e dalle conferenze sul clima, non rimangano solo intenzioni, ma portino a migliorare lo stato di salute del nostro Pianeta.
Scugnizzo69
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