Di Antonia Francesca 

Domenica 17 Novembre 2024 al “RIFF – Rome Independent film festival” presso il Nuovo Cinema Aquila di Roma andrà in scena l’anteprima (world premiere) de “La Fuga Dei Folli” prodotto da ‘Oscenica’ e ‘Vinians Production’ e distribuito da ‘Cattive Distribuzioni’.

Scritto e diretto da: EMILIO FALLARINO.
Cast: Giorgio Careccia, Demetra Bellina, Aldo Marinucci, Giacomo Bottoni, Gian Piero Rotoli e Andrea Falbo

SINOSSI: ‘ Il 13 Maggio del 1978, giorno dell’approvazione della “Legge Basaglia”, quattro pazienti fuggono dal manicomio portando con sé un cadavere. La loro missione è cremare e disperdere le ceneri del loro compagno defunto, per donargli la tanto attesa libertà. Questo viaggio porterà con sé delle conseguenze inattese, affrontare le proprie paure e i propri disturbi mentali nel mondo esterno. Il Generale, loro leader, cercherà di guidarli e spronarli senza perdere il controllo della missione.

Le riprese, durate 7 settimane, sono state girate tra Benevento, San Giorgio La Molara (BN) e Napoli.
Tanti gli sponsor locali che hanno supportato il progetto; RUMMO, INCAS, SARA, SAN GIORGIO LA MOLARA, FAPAS FORMAZIONE, ACCADEMIA SANNITA SPORT EQUESTRI, ALLIANZ e CON IL FINANZIAMENTO DELLA REGIONE CAMPANIA.

Il beneventano attore-regista Emilio Fallarino, ormai artista a 360 gradi, dopo l’esordio da attore con “La vita Promessa” al fianco di Luisa Ranieri, la partecipazione a vari spettacoli teatrali, e la recente esposizione da artista contemporaneo presso la Rocca dei Rettori a Benevento, continua la sua crescita artistica con la rappresentazione del corto “La fuga dei Folli”, girato tra Benevento, San Giorgio La Molara e Napoli.
Il suo impegno da regista parte ormai da lontano e lo ha portato oggi a vedere realizzato quello che inizialmente sembrava un sogno lontanissimo se non impossibile.
Di seguito l’intervista del nostro attore-regista-artista:
“Ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura de “La Fuga Dei Folli” a marzo 2020 durante il periodo di Lockdown. L’idea di questo progetto nasce appunto dalla mia esperienza vissuta in quel periodo.
Mi sentivo rinchiuso, in gabbia, e con una voglia struggente di scappare, di evadere e questo mi ha permesso di immedesimarmi in alcune realtà dove tutto questo è all’ordine del giorno. E’ da qui che nasce la mia storia: quattro pazienti, quattro “folli” che evadono da un manicomio.


Nel corso della mia formazione da attore, ho sentito l’esigenza di “studiare” e comprendere i comportamenti dei più deboli, degli emarginati e di coloro che vivono una realtà così diversa dalla nostra quotidianità, avendo un occhio di riguardo per coloro che soffrono di disturbi mentali. Andando a scavare nel passato “durante la mia infanzia” ricordo che a Benevento in piena notte, con i miei amici, andavo spesso a visitare il “Qui Si Sana” un ex manicomio abbandonato. Lì nascevano le prime storie, i primi racconti immaginari, su quelle persone, quei pazienti che hanno vissuto quel posto.

E’ per questo motivo ho sempre cercato di interpretare questi personaggi, perché avevo la possibilità di esplorare un mondo completamente nuovo, tanto distante dal mio.

Il caso ha voluto che nel mio primo lavoro da attore protagonista in una serie Rai, La vita promessa, interpretassi il ruolo di Rocco un ragazzo che, in seguito ad un trauma, ha iniziato a soffrire di deficit fisici e mentali. Rocco è stato parte della mia vita per ben due anni e ha fatto si che iniziassi a guardare il mondo con gli occhi di un bambino, pieni di innocenza, curiosità e privi di pregiudizio.

Da questa esperienza ho deciso di dirigere Ti Vedo, uno spettacolo teatrale ambientato in un ospedale psichiatrico. Protagonisti della storia sono uno psichiatra ed una paziente. Attraverso una seduta lo spettatore viene a conoscenza del motivo per il quale la protagonista si trova in un centro di igiene mentale.

Il lavoro sviluppato con gli interpreti de “La fuga dei folli” è frutto di un’attenta ricerca fatta attraverso incontri con coloro che sono affetti da disturbi mentali e che hanno, nel corso della loro vita, vissuto la realtà dei manicomi, con i quali ho cercato di entrare nella loro visione di vita e nei loro sentimenti più profondi. Tutto ciò per dare un valore aggiunto all’opera: abbattere le distanze tra realtà e finzione.

Uno degli obiettivi principali, è stato quello di far vivere in prima persona allo spettatore “lo stato d’animo dei nostri personaggi” raccontando la storia attraverso il loro punto di vista, i loro occhi. Per questo motivo la storia viene raccontata principalmente con immagini dinamiche, utilizzando la macchina a mano e piani -sequenza.
Un secondo obiettivo è stato quello di far vivere in prima persona allo spettatore anche “il Viaggio”, andando a scoprire le meraviglie che una regione come la Campania ha da offrire.

La mia idea di regia è influenzata da: ‘Qualcuno volò sul nido del Cuculo’ con la regia di Milos Forman, un film in cui è onnipresente il confine tra follia e normalità e che racconta una tematica drammatica, ma allo stesso tempo malinconicamente divertente; ‘Joker’ con la regia di Todd Phillips per la sua fotografia cupa e per la magistrale interpretazione di Joaquin Phoenix; ‘Cuore Selvaggio’ con la regia di David Lynch, per il suo surrealismo e per la tecnica di ripresa sperimentale e infine ‘C’era una volta… Hollywood’ per la sua fotografia coerente con gli anni in cui è ambientato, i suoi costumi e il dramma in stile commedia, elemento che contraddistingue il regista Quentin Tarantino.

E’ a partire da questi riferimenti e dalle mie esperienze che prende vita ‘La fuga dei folli’. Un cortometraggio malinconico ma allo stesso tempo divertente che racconta una storia (magari un sogno) di cinque personaggi, cinque pazienti, cinque persone, in cerca di libertà, una libertà voluta e non forzata; raccontata proprio lì, nel “Qui Si Sana” dove da ragazzo nascevano le mie prime storie, i miei primi racconti, sui cosiddetti chiamati ‘folli’.”

Un sogno diventato realtà grazie all’impegno ed al coraggio di un giovane uomo che ha creduto in se stesso e che noi, suoi concittadini, aspettiamo con ansia di applaudire.

Bravissimo Emy, come lo chiama chi scrive, Ad Maiora semper!

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