Non stiamo parlando degli errori di alunni e studenti, no.
Parliamo degli errori dell’Istituzione scolastica, così come si è sviluppata in Italia dagli anni ’60 in poi; se la scuola italiana era stata fino a quel momento fra le prime in Europa e oggi è quello che è, ci sarà un motivo.
Eppure, inizialmente in quel periodo erano state apportate modifiche di rilievo che l’avevano resa più attuale, più rispondente ai tempi (ad esempio, l’abolizione della religione obbligatoria, retaggio del passato).
Ma successivamente qualcosa deve essere andato storto. Che cosa?
Per esempio, sono stati divulgati termini come meritocrazia, autorità, selezione ecc…, che meritavano una riflessione meno ideologica e più aderente alla realtà: se la scuola non deve essere basata sul merito, su cosa allora? Il merito non piove dal cielo, è il risultato dell’impegno dello studente: perché mai non si dovrebbe considerarlo? La selezione è ineliminabile dalla società, poco da fare; quanto all’autorità, non è negativa in sé ma solo quando diviene autoritarismo.
E non si parli di danni collaterali, di mali minori per un bene maggiore (quale?), o di uova rotte sì ma per fare una bella frittata. Per carità!
Anche togliere gli esami a settembre è stato un errore, e infatti il Ministero stesso è poi tornato sui suoi passi.
Ho insegnato molto all’estero, in Europa e fuori: quando sentivano parlare di promozione garantita, si mettevano a ridere.
Bisogna avere il coraggio di ammettere che i livelli si sono abbassati troppo, questa nostra scuola ha garantito solo un notevole schiacciamento verso il basso.
Quando la funzione assistenziale prevale su quella cognitiva, la scuola non c’è più. Punto.
Occorre riportare la funzione cognitiva al centro, dunque, per salvare il salvabile; oltre a vari altri interventi ovviamente, come seri investimenti (assenti da sempre) e un rinnovamento reale delle didattiche.
L’ideologia è sempre pericolosa, e applicata alla scuola diventa proprio esiziale.
Abbiamo gettato via il bambino con l’acqua sporca del bagnetto, sì.
Tuttavia, niente vieta di riflettere meglio su ciò che è stato e magari provare a far meglio da ora in poi.
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