Roma, 2 dic. (Adnkronos) – “In Siria rischiamo un nuovo collasso migratorio e una nuova catastrofe umanitaria. Dobbiamo tutti muoverci e fare in fretta per evitare il peggio. Sto seguendo quello che accade minuto per minuto. In queste ore il collegio francescano Terra Sancta di Aleppo è stato colpito da un attacco russo che ha causato gravi danni. Faccio appello a tutte le parti in conflitto in Siria perché sia tutelata la popolazione civile. Continuiamo ad assicurare con la nostra ambasciata ogni possibile assistenza agli italiani in Siria”. Lo ha detto a Qn il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
“Sono molto preoccupato per quello che sta accadendo in Siria, per le centinaia di morti che rischiano di avere ancora – avverte Tajani – Ma se scoppia una guerra civile, il vero rischio per noi è che ci sia un collasso migratorio, così come c’è stato in occasione della prima guerra civile siriana, con la fuga verso il Libano e verso la Germania, dove furono accorti dalla Merkel. La questione siriana è come un’ulteriore escalation in un’area grave conflitto. Domani (oggi, ndr), sarò al Cairo per partecipare alla conferenza umanitaria per rafforzare la risposta a Gaza, coorganizzata da Egitto e Nazioni Unite. L’incontro sarà anche il primo momento in cui la comunità internazionale potrà confrontarsi anche sul nuovo fronte della crisi in Siria”.
“Il cessate il fuoco in Libano è fragile – prosegue il ministro – ma dobbiamo fare in modo che si consolidi, perché se fallisce lo stop alle armi in Libano non ci saranno più speranze di averlo a Gaza. Dobbiamo lavorare per una de-escalation e dobbiamo prepararci ad affrontare la crisi di Gaza in maniera totale. Per quanto riguarda i rapporti fra la nuova amministrazione Trump e l’Europa, noi faremo in modo che i rapporti fra Ue e Usa siano sempre più forti, perché le relazioni transatlantiche servono per dare stabilità, per far sì che una voce possibilmente unica favorisca la pace in Medio Oriente come in Ucraina. Fermi le mire aggressive di Putin, fronteggi le spinte commerciali espansive della Cina e eviti o riduca il rischio di una guerra dei dazi in Occidente. Non sarà facile, ma come Italia dobbiamo fare il possibile per l’Europa. Non è un caso che molti governi europei confidino nel nostro Paese come interlocutore privilegiato di Trump, che infatti ha avuto sempre un approccio favorevole al nostro Paese”.

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