Roma, 10 dic. (Adnkronos) – “Prima gli italiani… ma i miliardi italiani prima a Musk, vero? Caro Salvini, nessuno vuole staccare la spina a Starlink, si tratta solo di non staccare assegni pubblici per un monopolio straniero che non crea lavoro né ricchezza in Italia”. I senatori dem, Lorenzo Basso e Antonio Nicita, autori degli emendamenti ribattezzati ‘anti-Musk’ al ddl Concorrenza replicano così a Matteo Salvini. “Certo che, per uno che gridava ‘Sovranità!’ fino a ieri, la sudditanza a un magnate americano è una bella giravolta. Ma forse è più facile lanciare slogan che leggere gli emendamenti”.
“Il ministro Salvini – proseguono Basso e Nicita – scrive sulla piattaforma di Musk che alcuni emendamenti che abbiamo presentato al ddl concorrenza in Senato sarebbero contro Musk, e vieppiù per ragioni politiche. La questione è tecnica e molto semplice: è il Governo che, senza gara e senza trasparenza, ha fatto trapelare la possibilità che, a causa dei ritardi del governo sul Pnrr, servizi di connettività già finanziati dal Pnrr e assegnati con gara da due imprese a partecipazione pubblica (Fibercop e Open Fiber) vengano assegnate con soldi pubblici a un servizio satellitare di un privato (Starlink), non solo fuori gara ma con l’impiego di una tecnologia che non consente gli standard minimi di download previsti dal Pnrr e a loro volta basati sugli obiettivi europei Compass 2030”.
“Abbiamo inutilmente chiesto informazioni con le nostre interrogazioni senza ricevere risposta e il silenzio che circonda questo tema desta più di un allarme sotto diversi profili: tecnologico, concorrenziale, di cybersicurezza. Altro che sovranismo digitale. Il ministro Salvini conferma di non saperne molto di reti, regolazione e concorrenza, nei più svariati settori”.

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