Eugène Ionesco sostiene che: “In nome della religione, si tortura, si perseguita, si costruiscono pire. Sotto il manto delle ideologie, si massacra, si tortura e si uccide. In nome della giustizia si punisce. In nome dell’amore per il proprio Paese o per la propria razza si odiano altri Paesi, li si disprezza, li si massacra. In nome dell’uguaglianza e della fratellanza si sopprime e si tortura. Fini e mezzi non hanno nulla in comune, i mezzi vanno ben oltre i fini. Ideologie e religione, sono gli alibi dei malvagi”.
Eugène Ionesco con cittadinanza francese, è stato drammaturgo, come pure saggista, la sua affermazione si rivela di grande attualità. C’è poco da lambiccarsi il cervello, ogni dittatura suscita abominio, ancor di più quella di tipo religioso.
Morire per un velo non indossato
Alla memoria affiorano le scene di efferata crudeltà che hanno come protagoniste le donne iraniane, vittime di ogni sorta di prepotenze e vessazioni elargite con somma gratuità, ma in nome di chi? E per cosa? Ė veramente solo una questione di fede? Oppure il credo religioso ottenebra una mentalità patriarcale e maschilista?
Sta di fatto che in Iran l’uomo è autorizzato a uccidere una donna per il solo fatto di avere la testa scoperta, ovvero, di non indossare il velo.
La vicenda di Parastoo Ahmadi
Parastoo Ahmadi è una giovane cantante iraniana che ha sfidato l’obbligo di indossare l’hijab, il copricapo femminile islamico, oltre il divieto di cantare in pubblico. Nel suo concerto ideal-virtuale – su youtube il video ha ricevuto poco meno di 2 milioni di visualizzazioni – Parastoo ha dato voce ad alcune canzoni iraniane e in particolare “il tulipano è cresciuto nel sangue dei giovani”, un testo che esalta la libertà. La solista ha voluto rivendicare non solo il diritto di esprimersi attraverso la musica ma soprattutto di essere donna libera. Il suo comportamento ardimentoso ha avuto delle conseguenze? Certo che sì, la donna è stata arrestata e poi rilasciata. Tutto sommato a lei è andata bene, molte altre donne hanno pagato con la vita.
Il nostro Occidente così progredito sembra rimanere attonito dinanzi a simili comportamenti, eppure, se si scandaglia meglio, forme di agiti simili, ahimè, non mancano. Il fatto che non siano eclatanti non significa che non vengano messi in atto, e il nostro sistema giudiziario, laddove sono evidenti quali pene prevede per gli agenti? Lascio ai lettori la risposta, ognuno secondo coscienza.
In Iran vige una sorta di tirannide religiosa. Nelle mie rimembranze storiche, questo Paese, nel 1979, è divenuto una Repubblica a carattere islamico. Va da sé che, il governo è in mano a uomini che, abbracciando ciecamente il proprio credo, ora difficile dire se sia solo religioso, o una combinazione di fede, politica e potere tutto maschile, ha imposto molti divieti, privato le donne di ogni diritto e libertà, incluso quello di avere la testa scoperta.
A nulla valgono le proteste e le manifestazioni organizzate contro la dittatura, le milizie intervengono rapidamente, lasciando riversi sull’asfalto numerosi corpi martoriati.
Conclusioni
In questo mondo dove ancora a molte persone non sono riconosciuti i diritti fondamentali alla vita e alla libertà, proviamo a riflettere sulle parole di Benazir Bhutto: “L’estremismo può prosperare solo in un ambiente in cui la responsabilità sociale di base del governo verso il benessere del popolo è trascurata. Dittatura politica e impotenza sociale creano la disperazione che alimenta l’estremismo religioso”.
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