Di Goffredo Palmerini

 

“Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14)

 

In tempi così difficili per l’intera umanità colpita dalle guerre in Ucraina, in Medio Oriente, in altri 50 Paesi del mondo di cui quasi nessuno parla (Papa Francesco la definisce “terza Guerra mondiale a pezzi”), da migrazioni epocali e da altre tragedie – con tutto il loro carico di morte, sefferenze edistruzioni – sembrano smarrite le parole che abbiano un senso. E tuttavia il Natale richiama ricordi, sentimenti e valori universali. Evoca la speranza che per l’umanità ci sia una prospettiva nuova, attraverso la nascita di Gesù, la presenza di Dio in mezzo a noi attraverso Suo figlio incarnato, in umiltà e povertà, a condividere la nostra condizione umana, portando la buona notizia, la fratellanza tra tutti gli uomini e donne di buona volontà, l’amore del Padre per ciascuno di noi. Quel Bambino nato 2024 anni fa, con la sua storia vissuta tra la gente del suo tempo, oggi più di ieri ci indica il cammino, ci invita all’impegno, ci richiama alla libera responsabilità d’occuparci di chi ha bisogno, degli ultimi, nostri fratelli sulle vie di questa terra, per costruire un mondo diverso.

Il valore del Natale cristiano è semplicemente questo, non la “poesia” sdolcinata e melensa che ci propina la società dei consumi. Fermiamoci dunque a riflettere su questi valori, a dargli un senso autentico, ad assumere – ciascuno come può – l’impegno a viverli concretamente, dando una mano a chi soffre. Un valore che prescinde dal fatto che si abbia Fede oppure no, condividendo quel senso di fratellanza naturale che dovrebbe tenere insieme gli uomini di buona volontà, qualunque sia il loro credo. E allora, proprio il tempo complicato che viviamo ci fa riflettere sulla necessità di un umanesimo nuovo. Un gesto d’amore e di attenzione verso il prossimo che soffre, vissuto nella discrezione, è il miglior modo per vivere bene il Natale, portando il nostro tassello al grande mosaico della Pace vera, con se stessi e con l’umanità intera. Auguri affettuosi a ciascuno di Voi e alle Vostre famiglie. Aggiungo Auguri speciali agli italiani dell’altra Italia, quegli 80 milioni di connazionali nel mondo che discendono dalla nostra emigrazione, immaginando con quanta intensità d’emozioni essi ricordino il Natale della loro terra d’origine e le tradizioni che vi erano legate, mai più viste ma vive nel loro cuore. Sappiate che vi sentiamo vicini, con un grande abbraccio d’affetto e di gratitudine per l’onore che rendete alla nostra Italia in ogni angolo del mondo.

Infine Auguri speciali alla stampa, in Italia e all’estero, per la straordinaria sua funzione nel mantenere vive e consapevoli le relazioni tra le comunità italiane fuori e dentro i confini, rafforzando il legame tra le due Italie. Auguri speciali alle Agenzie internazionali e alle testate con le quali ho l’onore di collaborare, in Italia e all’estero e Auguri altrettanto speciali a tutta la stampa d’Abruzzo, a Voi tutti che ogni giorno “sopportate” l’onda delle mie comunicazioni su fatti, eventi culturali, personaggi e tradizioni singolari. L’ospitalità e l’accoglienza sulle vostre pagine tiene insieme sempre più diffusamente la comunità lata degli Italiani, dentro e fuori i confini, rafforzandone il senso d’appartenenza, l’orgoglio delle radici e l’amore per il nostro Paese. Ai Direttori e alle Redazioni un grazie di cuore, anche per la pazienza che mi riservate.

 

Buon Natale a Voi tutti e ai vostri cari, davvero di cuore!

Goffredo Palmerini

Foto allegata: Presepe in terracotta policroma, di Saturnino Gatti (artista del Rinascimento abruzzese),  1512 – L’Aquila, Museo Nazionale d’Abruzzo – MuNDA

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