L’ editoriale del Direttore Daniela Piesco
Il Dossier 2024 sull’esclusione sociale, presentato durante l’evento “Oltre la siepe” al Centro “La Pace” di Benevento, ha tracciato un quadro preoccupante della crescente povertà e delle disuguaglianze sociali nel nostro territorio. I dati emersi non lasciano spazio a dubbi: se da un lato i primi accessi agli sportelli Caritas sono diminuiti, dall’altro è aumentato in modo significativo il numero di ritorni. Questo non è un segnale positivo, ma piuttosto un riflesso di una povertà che diventa cronica, dove le persone, dopo aver chiesto aiuto una volta, sono costrette a tornare più volte, intrappolate in una spirale di difficoltà economiche che non si interrompe.
L’elemento più significativo del report è l’evidente parità tra la percentuale di assistiti italiani e quella degli stranieri. Questo dato sottolinea come la povertà non colpisca più solo le comunità migranti, ma anche una parte crescente della popolazione autoctona, segnalando una crisi sociale che sta colpendo in modo trasversale la nostra società, senza distinzioni di origine etnica o status sociale.
La Realtà delle Mense Caritas: Un Ritornare Senza Fine
Mentre i primi accessi agli sportelli Caritas sono diminuiti, il fatto che sempre più persone tornino regolarmente per chiedere aiuto è il chiaro segno di una povertà strutturale che non si limita a un’emergenza momentanea, ma diventa una condizione cronica. Molti cittadini, dopo aver ricevuto aiuti in passato, sono costretti a fare ritorno agli sportelli, poiché le politiche di supporto sociale non sono riuscite a risolvere le cause profonde della povertà.
Le mense Caritas e i servizi di assistenza sociale sono diventati un punto di riferimento per chi non riesce a far fronte alle necessità di base come il cibo e l’abitazione. Purtroppo, queste strutture, pur svolgendo un ruolo fondamentale, non sono in grado di risolvere una povertà cronica che colpisce in particolar modo le famiglie vulnerabili, i lavoratori precari e le persone anziane che vivono da sole. Un circolo vizioso che non si spezza, anche quando il supporto della Caritas e di altre associazioni è fondamentale per la sopravvivenza.
Le Contraddizioni di un’Amministrazione che Ignora la Realtà Sociale
Questa situazione di crescente difficoltà sociale è inaccettabile in una città come Benevento, che dovrebbe essere in grado di rispondere alle necessità dei propri cittadini, soprattutto dei più vulnerabili. Tuttavia, il governo della città, sotto la guida del sindaco Clemente Mastella, sembra non essere all’altezza di questa sfida. Anzi, mentre la povertà cresce, la città è testimone di un rimpallo di responsabilità e di sperperi pubblici che non fanno che peggiorare la situazione.
Nel corso di questi anni, l’amministrazione Mastella ha continuato a concentrarsi su progetti faraonici e iniziative che sembrano poco orientate al benessere della cittadinanza. Se da un lato si annunciano piani di sviluppo e di rinnovamento, dall’altro lato le disuguaglianze sociali si ampliano e la povertà diventa una condizione sempre più visibile. Questo paradosso solleva la domanda: è l’amministrazione Mastella davvero interessata a combattere la povertà e le disuguaglianze, o sta semplicemente cercando di mantenere il proprio potere in un contesto di clientelismo e favoritismi?
Amministrazione o Clan?
Il sospetto che l’amministrazione Mastella stia operando più come un clan che come un governo cittadino è sempre più forte. Le politiche di sviluppo sembrano essere indirizzate a pochi privilegiati, con investimenti che non sempre rispondono alle reali necessità della cittadinanza. I progetti e le iniziative proposte dall’amministrazione sembrano infatti mirare più a soddisfare interessi particolari che a risolvere i problemi strutturali della città.
La mancanza di trasparenza e di partecipazione democratica nelle decisioni politiche alimenta il sospetto che Benevento sia guidata da un’amministrazione che privilegia i propri alleati politici e il proprio potere personale, piuttosto che ascoltare e rispondere alle vere necessità della comunità. Questo tipo di gestione, più orientata al clientelismo che al bene comune, ha avuto come risultato una crescita delle disuguaglianze sociali e una mancanza di risposte concrete per chi vive quotidianamente in difficoltà.
Le Zone Più Povere di Benevento: Una Città a Due Velocità
A Benevento, non tutte le zone godono dello stesso benessere. Le periferie e le aree più marginali della città sono quelle che soffrono maggiormente. Quartieri come Ponte Valentino, Rione Libertà e Rione Ferrovia sono tra le aree più vulnerabili, caratterizzate da povertà materiale e disagi sociali. In queste zone, molti abitanti vivono in condizioni di degrado, con difficoltà di accesso ai servizi essenziali come la sanità, l’istruzione e il lavoro.
Queste aree sono anche quelle dove la disoccupazione è più alta, e dove le persone vulnerabili,come anziani, disabili, e giovani senza lavoro, sono più esposte a rischi di isolamento sociale. Le difficoltà economiche si traducono spesso in abitazioni precari, scarse opportunità di lavoro e marginalizzazione. Queste zone, purtroppo, sono spesso dimenticate dalle politiche pubbliche, che non investono sufficientemente in infrastrutture, educazione e occupazione per i residenti.
La Necessità di un Cambiamento
La situazione a Benevento, come emerso dal Dossier 2024, è quella di una città che si trova a fronteggiare una povertà cronica e crescente, ma che sembra non avere la forza di affrontare seriamente il problema. La gestione amministrativa di Mastella, più concentrata su progetti faraonici e personalistici, ha ignorato le realità quotidiane di chi vive nelle periferie, in difficoltà economiche e sociali.
È urgente che Benevento cambi rotta e metta al centro delle sue politiche la solidarietà, l’inclusione sociale e il benessere dei cittadini. La città ha bisogno di una gestione più trasparente, che risponda alle realità e alle necessità di chi vive nelle zone più disagiate, senza più privilegiare gli interessi di pochi. Solo così si potrà costruire una città che non lascia indietro nessuno, dove ogni cittadino possa vivere con dignità e speranza
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