L’ editoriale del Direttore Daniela Piesco

Dopo le sterili polemiche che hanno cercato di strumentalizzare il diritto di critica e di sana discussione, è giunto il momento di focalizzarci su argomenti più significativi, che meritano il nostro impegno e la nostra riflessione. In primis, vogliamo ribadire la nostra solidarietà alla giornalista Cecilia Sala, ancora detenuta in Iran, un atto di ritorsione ingiusta che rappresenta un grave attacco ai diritti umani. Poi, non possiamo ignorare la provocazione del quotidiano Libero, che ha scelto di designare Benito Mussolini come “Persona dell’Anno”. Un gesto che ci impone di riflettere su memoria storica, politica e valori democratici.

La nomina di Benito Mussolini a “Persona dell’Anno” da parte del quotidiano Libero, diretto da Mario Sechi, è senza dubbio una provocazione che suscita forte dibattito e controversia. Sechi, nel difendere questa scelta, ha dichiarato che la sinistra sarebbe “ossessionata dal fascismo”. Ma è davvero così? E, soprattutto, questa provocazione nasconde un messaggio più profondo sulla situazione politica attuale in Italia?

Per Sechi la Sinistra è Ossessionata dal Fascismo e per questo perde le elezioni

Anche se è vero che, in Italia, il fascismo è un tema che riemerge periodicamente nel dibattito politico, soprattutto in relazione ai rischi di derive autoritarie che alcuni osservano nei governi più conservatori e sovranisti, la riflessione della sinistra sul fascismo non è un’ossessione, ma piuttosto una necessità storica e civile di preservare la memoria storica e prevenire ripercussioni autoritarie

La sinistra, infatti, non parla del fascismo per rivangare il passato o per un gioco politico contro le forze di destra, ma per mantenere viva la coscienza collettiva riguardo ai pericoli che derivano da ideologie che, sebbene travestite da moderni nazionalismi o populismi, potrebbero minare la democrazia e i diritti civili. In questo senso, la riflessione sulla deriva autoritaria è non solo legittima ma necessaria. E non riguarda solo l’Italia, ma un fenomeno globale in cui si vedono crescere forze politiche che alimentano l’intolleranza, la xenofobia, la repressione e la sospensione delle libertà.

La riflessione sul suo declino elettorale è complessa e dipende da molteplici fattori

Negli ultimi decenni, l’elettorato sembra sempre più attratto da soluzioni facili e da messaggi politici che non richiedono un impegno intellettuale profondo. Questo fenomeno è evidente soprattutto in un’epoca in cui la disinformazione, le fake news e i social media hanno amplificato l’effetto di dichiarazioni semplicistiche che puntano più sull’effetto emotivo che sull’analisi razionale. La sinistra, con la sua storicità di compromessi, discussioni interne e approcci più articolati, può sembrare meno immediata o diretta rispetto a forze politiche che fanno leva su un linguaggio populista e su soluzioni rapide per problemi complessi.

L’elettorato è sempre più alla ricerca di risposte semplici e tangibili, e il populismo ha la capacità di rispondere a queste esigenze, offrendo soluzioni che non richiedono una riflessione profonda. La sinistra deve quindi rinnovarsi, mettendo in campo una narrazione politica che sappia rispondere alle sfide contemporanee con soluzioni pratiche, ma non banali, e con un linguaggio più diretto e comprensibile.

Inoltre, la sinistra deve riuscire a conquistare nuovamente la fiducia degli elettori, non solo con buone idee, ma anche con la capacità di comunicare efficacemente la sua visione di società. Deve tornare a parlare di uguaglianza di giustizia sociale e di diritti, ma anche essere pronta a rispondere alle paure e alle frustrazioni che oggi alimentano il successo delle forze populiste. Se riuscirà a farlo, sarà in grado di riacquistare terreno e di coinvolgere una parte dell’elettorato che oggi si sente distante.

L’ effetto della provocazione sui giovani

Le provocazioni come quella di Libero, che cercano di riabilitare una figura come Mussolini, possono generare confusione tra i giovani. Senza una riflessione critica e una educazione civica adeguata, alcuni potrebbero cominciare a vedere il fascismo come una parte accettabile della storia o, peggio, una politica di riferimento per affrontare le sfide contemporanee, senza considerare il carico di violenza e oppressione che essa ha comportato.

L’ interrogativo che tocca il cuore della contraddizione di questa provocazione è: se, come sostiene Sechi, la sinistra è ossessionata dal fascismo, lui sarebbe disposto a vedere Mussolini celebrato in un contesto intimo e personale, come quello familiare?E dunque dai suoi figli?

La risposta che ognuno darebbe a questa domanda potrebbe rivelare molto sulla propria posizione rispetto alla memoria storica e ai valori democratici.

La memoria storica non può essere manipolata per fini politici, ma deve essere un valore da difendere e trasmettere alle future generazioni.

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