A MENTE FREDDA: Benevento – Catania 3-2

Di Daniele Piro Caporedattore allo sport

Siamo onesti e sinceri: alzi la mano chi al decimo del secondo tempo col Catania in vantaggio non ha imprecato, urlato, farfugliato qualcosa del tipo: “Auteri vattene, la squadra stanca, non meritiamo il primato, non sappiamo più vincere in casa, Vigori’ accatt’ i jucatur o Carli nun si bbuon”. Confessiamolo; tutti o quasi tutti un pensierino del genere lo abbiamo avuto. Quella con i “fratelli” catanesi era la classica partita spartiacque tra un altro campionato delle occasioni perse in caso di sconfitta, e il segnale forte da lanciare alle altre pretendenti in caso di vittoria. IL Benevento si presenta ad i nastri di partenza con la linea difensiva composta da Berra, Oukhadda, Capellini e Tosca, Viviani, Talia e Simonetti a dare qualità e quantità in mezzo al campo ed il trio Lamesta, Manconi e Perlingieri in attacco.

Solita partenza sonnecchiante e poco incisiva dei ragazzi di mister Auteri che a tratti subiscono le ripartenze degli etnei molto più bravi con pochi passaggi ad arrivare nei pressi o nell’area di rigore del Benevento. La poca reattività dei giallorossi è certificata dalle tre ammonizioni collezionate in poco meno di 20 minuti. Più reattivo, fisico e pungente l’undici catanese, ma al primo vero affondo il Benevento passa con un cross basso di Simonetti bucato da più giocatori in area ed adagiato in rete da Lamesta. Sembra il viatico ad una partita in discesa, ma nemmeno il tempo di godere del vantaggio che il cross di Jimenez dalla sinistra viene incornato alla perfezione da un redivivo Inglese che fa pari e patta.

Ripresa col Benevento rimasto negli spogliatoi, trafitto in apertura dal siluro da fuori di Jimenez con i detrattori di turno scatenatisi sui social in presa diretta pronti a dire fuoco e fiamme sul risultato negativo e sulla prestazione incolore. Ci pensa Lanini con una rovesciata degna delle figurine Panini ad impattare la gara al 76esimo su preciso cross di Oukhadda dalla destra. Nemmeno il tempo di rifiatare e, dall’angolo di Acampora, Pinato incorna, Farroni fa un miracolo ma Simonetti la butta dentro a completare la rimonta sannita.

Negli ultimi 15 minuti si rivede il Benevento pauroso al punto che deve pensarci Manfredini prima con una superparata su Inglese e poi con un uscita a chiudere lo specchio sullo stesso Inglrse messo davanti all’estremo difensore sannita da uno sciagurato retropassaggio di Viscardi. Al triplice fischio esplode la festa per la capolista che, dopo aver visto le…Streghe e perdendo per circa mezz’ora il primato in classifica, se lo riprende con merito mentre è festa in campo e sugli spalti con il bandierone che torna a sventolare sotto la Sud. Commento personale al match; questo Benevento ha bisogno di esperienza. Ii ragazzi sicuramente sono un valore aggiunto su cui lavorare ed investire ma ormai è inutile girarci intorno: siamo in ballo e bisogna ballare. Non è tutto oro quel che luccica.

La squadra sembra entrare nella paura di non saper gestire il vantaggio (e già successo con Avellino, Cerignola ed anche con la Cavese si è rischiato grosso) e qualche giovincello rischia con delle leggerezze di rovinare tutto il buono fatto (vero VIscardi?). Di contro ci sono tante cose buone da evidenziare. La panchina di qualità ne è la prova: far entrare gente come Acampora, Pinato, Lanini la dice lunga sulle qualità di questa squadra. Anche la reazione una volta subito lo svantaggio è stata meravigliosa.

La forza mentale e fisica di continuare a crederci al punto da ribaltarla in due minuti fa mordere le mani perché se si riuscisse a giocare sempre con la stessa intensità, senza black out e blocchi mental,i forse saremo in fuga da un pezzo. Ultima certezza: Niccolo’ Manfredini, ovvero colui che ci ha permesso diportare a casa i 3 punti. Ragazzi serio, umile e sempre pronto a dare il suo contributo nelle poche volte in cui è stato chiamato in causa. Comportamenti mai sopra le righe a differenza di Lanini che, a giusta ragione, reclama più spazio ed attenzioni visto il suo rendimento “da panchinaro”. Sul punteros giallorosso il mio parere personale è che possa essere devastante a partita in corso con avversari stanchi e difese più larghe, mentre risulta meno efficace quando parte dall’inizio del match. Di sicuro è un talento che va blindato onde evitare che qualche vero o presunto mal di pancia possa privarci di un giocatore ad oggi fondamentale per la Strega.

Alle spalle dei giallorossi Monopoli e Cerignola non perdono colpi, rallentano sia cugini biancoverdi che il Potenza( che per bocca del suo patron ha già battezzato la partita con i sanniti “la madre di tutte le battaglie), col Catania ributtato indietro. Ad oggi la corsa al vertice appare ristretta fra la Strega e le due pugliesi. Gennaio è solo all’inizio così come il girone di ritorno ma questa Strega ha dimostrato di avere mezzi e pozione magica per fermare anche la lava etnea. Vamos!

Scugnizzo69

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