Di Letizia Ceroni

Mi danno l’impressione del contentino alla memoria per argomenti che, invece, andrebbero ricordati e messi in pratica ogni giorno.Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, e intanto c’è chi la celebra ammazzando di botte la malcapitata di turno.Ci si chiede sempre perché si debba maltrattare e anche arrivare ad uccidere la donna che si dice di amare ma è una domanda senza risposta dalla notte dei tempi.

Non c’è solo la violenza fisica, ci sono molte forme di violenza, ancor più devastanti perché subdole e non provocano ferite evidenti ma che lacerano da dentro, poco a poco, facendo però in modo che chi le subisce arrivi a scambiarle con la normalità.Non intendo parlare di luoghi comuni, la violenza e la crudeltà non sono esclusiva del sesso maschile, conosciamo tutti la perfidia femminile e sappiamo che effetti possa generare ma non si può negare la prevalenza di atti violenti commessi da uomini sulle donne.

Il sesso debole, perché?

Forse in base alla sua fisiologia, al fatto che quando aspetta un figlio è più vulnerabile, oppure riferendosi alla forza fisica ma, a parte dar botte, le donne hanno sempre dimostrato di essere forti in molte circostanze della vita, anche più degli uomini.Il culto della madre terra, fonte di vita, è stato nel tempo cancellato, le religioni, in special modo quelle monoteiste, hanno avuto un forte ruolo in questa operazione, la donna è stata relegata in un ruolo di “regina del focolare”, modo elegante per definire una serva a tempo pieno nonché “fattrice”.

Non solo, per meritare di conquistarsi il titolo, la verginità era fondamentale, donne che si sono sposate totalmente ignoranti sui rapporti sessuali, convinte da altre donne che quello era un dovere e fortunate se diventava anche un piacere.Donne intrappolate da dogmi, istituiti da uomini misogini fanatici del potere e del controllo, accolti dal cosiddetto gregge come leggi assolute e incontestabili, e a cui le donne si sono assoggettate.Le violenze domestiche ci sono sempre state ma, naturalmente, non uscivano dalle pareti di casa, erano quasi considerate normalità,quindi, la donna che subiva era solamente stata sfortunata nella scelta del marito e le figlie venivano cresciute con la convinzione che il ruolo della donna era la totale sottomissione e la incondizionata dedizione al marito e alla famiglia, cosa dalla quale i maschietti erano esentati , pena il disonore.

Per non parlare di ragazze stuprate che, invece di essere considerate vittime, erano solo delle spudorate femmine tentatrici e disonorate.Stranamente, c’è una lista di nomignoli dispregiativi riferiti alle donne per i quali non esiste la versione al maschilePoi la donna si è emancipata, si è sganciata da quello stereotipo, le lotte femministe sono state una realtà anche se di quel movimento ora rimane ben poco, e la donna è rimasta ancora una volta intrappolata e l’arma usata per giungere allo scopo è stata la sua stessa emancipazione.
Ora, attraverso i sofisticati mezzi di comunicazione, molte cose sono affiorate e non si possono più tenere nascoste, quello che una volta era noto solo nell’ambito di un vicinato o al massimo di una comunità, ora viene reso noto a mezzo mondo in men che non si dica, anche se un certo tipo di mentalità nei riguardi della donna è talmente radicata che risulta praticamente impossibile sradicarla e il” sesso forte” ha sempre a disposizione un ampio assortimento di scusanti riguardo ai propri comportamenti.

Non scordiamoci che, nel nostro bel paese il cosiddetto “delitto d’onore”e il” matrimonio riparatore “, sono stati aboliti nel settembre del 1981, mentre per il” delirio di gelosia” si può ancora sperare in una assoluzione.I tempi sono cambiati, l’emancipazione è stata trasformata nel suo valore primario, è stata usata per creare un certo tipo di figura femminile che, a parere personale, non è molto edificante.

L’immagine della donna proposta oggi è disinibita, spogliata, ammiccante e super truccata e il tentativo di raggiungere i parametri della “donna tipo” sta provocando disastri alle donne stesse perché viene inteso come espressione di libertà quando tutto può essere fuorché quello e le ragazzine crescono con questi modelli.Insoddisfatte del proprio corpo e della propria immagine, sempre più precocemente ricorrono a “ritocchi” con botox e silicone togliendo la bellezza naturale che dona la giovane età e provocando gli inevitabili danni che saranno evidenti, purtroppo per loro, andando avanti con gli anni, bambole finte e tutte uguali, preoccupate più dell’involucro esterno che del valore interno, tanto prese dal voler apparire, da non accorgersi di fare il gioco di una società che le sta imprigionando sempre di più dentro a distorti stereotipi moderni.Fortunatamente molte ancora si salvano, almeno per ciò che riguarda l’aspetto fisico ma ci sono anche altri fattori di pericolo che, purtroppo, sono molto più alla portata di tutti.

Gli adolescenti sono spugne che assorbono ogni cosa che gli viene proposta e in un mondo ormai squilibrato da media, social e tecnologia galoppante, sta inevitabilmente crescendo una generazione troppo omologata e condizionabile. Personaggi di spettacolo che inneggiano alla violenza sulle donne, alla mortificazione del loro essere coronata da profondo disprezzo verso la loro persona una volta raggiunto lo scopo, il cui pubblico principale è composto proprio da ragazzini/e che vivono ancora certe esperienze come se fossero qualcosa di astratto che non li riguarderà mai di persona ma che, in special modo per le ragazze, potrebbero essere esperienze traumatiche e devastanti.Poi, a questo punto mi chiedo se veramente è il caso di “cascare dalle nuvole ” e chiedersi il perché gli episodi di violenza a danno di ragazze sono sempre più frequenti e pesanti.

Sono comunque sempre convinta che il nemico peggiore delle donne, sono le donne stesse.Sì, noi siamo nemiche di noi stesse, non siamo il sesso debole ma abbiamo molti punti deboli.

Modifichiamo il nostro aspetto e il nostro essere in omaggio alla nostra vanità, per trovare qualcuno che apprezzerà ciò che vede ma che non è la realtà, intrappolandoci in un ruolo che non è il nostro.Doniamo noi stesse per un sorriso, una gentilezza, per l’amore che sogniamo, a volte accontentandoci di briciole, a volte subendo e accettando il lato violento di chi amiamo.

Daremmo la vita per i nostri figli anche se non sempre voluti e veniamo malignamente giudicate se decidiamo di non averne.Certo, molte riescono a fare carriera, a realizzarsi ma la strada della carriera , se non agevolata dalla posizione sociale , per una donna ha sempre più ostacoli di quella di un uomo, inoltre, spesso e volentieri, si tende ad affermare che il raggiungimento del successo raggiunto da una donna non è dovuto a lavoro, sacrificio e dedizione ma al transito della stessa nel letto di qualche personaggio influente.

Ci sono donne che scelgono la via della religione, ritrovandosi, anche in quel frangente ad avere a che fare con la gerarchia creata gestita da uomini.
Vite diverse, situazioni diverse, anelli diversi ma appartenenti tutti alla stessa catena che ci imprigiona, ma non smetteremo mai di essere guerriere, pur mettendoci il cuore.

Ph Letizia Ceroni

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