L’Impresa dei Mille: Un’Epopea Siciliana nel Film “L’abbaglio” di Andò
L’epopea dei Mille, guidata da Giuseppe Garibaldi nel 1860, rivive in “L’abbaglio”, il nuovo film di Roberto Andò. Con un cast stellare che include Tommaso Ragno nei panni di Garibaldi, Toni Servillo come il colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini, e il duo comico Ficarra e Picone nei ruoli di due siciliani comuni, il film offre una nuova prospettiva sull’impresa che ha cambiato il corso della storia italiana.
Una Visione Palermitana
Andò descrive il film come “un western con la Sicilia come terra di frontiera”. Questo approccio unico mette in evidenza non solo le grandi battaglie e gli eventi storici, ma anche il lato umano e personale dei protagonisti. Garibaldi, interpretato da Ragno, è visto come un Gesù Cristo o un Che Guevara dai picciotti locali, mentre Orsini, interpretato da Servillo, è un militare assediato dai dubbi, in conflitto con il proprio destino e con lo stesso Garibaldi.
Il Cast e la Produzione
Con un budget di 18 milioni di euro, “L’abbaglio” è una produzione ambiziosa, spesso recitata in dialetto stretto con sottotitoli. Il cast include anche Pascal Greggory nei panni di Jean-Luc Von Mechel, comandante svizzero dell’esercito borbonico, e attori come Giulia Andò, Leonardo Maltese, Vincenzo Pirrotta e Andrea Gherpelli. La sceneggiatura è stata scritta da Andò insieme a Ugo Chiti e Massimo Gaudioso, già collaboratori del regista per “La Stranezza”.
Un Connubio di Dramma e Commedia
Il film bilancia dramma e commedia, unendo grandi scene di battaglia a momenti di introspezione personale. Ficarra e Picone, nei ruoli di Domenico Tricò e Rosario Spitale, apportano un tocco di leggerezza e umanità alla narrazione, rappresentando “due persone molto piccole che non hanno coscienza di quello che stanno vivendo”, come descritto da Ficarra.
Una Riflessione sull’Italia di Oggi
“L’abbaglio” non è solo un racconto storico, ma anche una riflessione sull’Italia contemporanea. La “palermità” del film, come la chiama Andò, parla di una lingua emotiva e di un’identità complessa, che rispecchia i grandi cambiamenti e le contraddizioni del nostro paese. “Quando ci sono dei grandi cambiamenti, la gente sente l’esigenza di dramma e commedia”, cita Andò, facendo eco alle parole di Borges.
Con la sua uscita nelle sale prevista per il 16 gennaio, “L’abbaglio” promette di offrire una visione avvincente e profondamente umana di uno dei capitoli più importanti della storia italiana.