Il gender gap, purtroppo, esiste dappertutto, nella retribuzione salariale come nella vita quotidiana, dal lavoro alle visite mediche, come ci insegna il grande saggio Invisibili di Caroline Criado Perez (che tutte e tutti dovremmo leggere). Questo articolo si concentra sull’oppressione di genere in campo medico, più specificatamente in quello ginecologico, e sui modi che abbiamo per sfuggirvi e combatterla attivamente.
Come il resto della medicina, anche la ginecologia ha fatto passi da gigante nel corso del tempo. Tuttavia, ha molti aspetti da migliorare rispetto alle discipline sorelle.
Pensiamo a quante volte dobbiamo sentirci dire che “il dolore è normale, è così per tutte” prima di poter ottenere una diagnosi di endometriosi, che impiega, in media, dai 7 ai 10 anni ad arrivare. O a quante volte ci viene proposta una sola soluzione, la pillola anticoncezionale, per la risoluzione (anzi, l’alleviamento) dei sintomi di tante patologie ginecologiche diverse, con tutti gli effetti collaterali che comporta, andando a tentativi nella speranza che funzioni. O a quanto sia difficile, per una persona queer, recarsi in uno studio ginecologico e subire costanti micro-aggressioni sulla propria vita sessuale fuori dai canoni eteronormativi, al punto da arrivare a ridere per quanto la ginecologia risulti, paradossalmente, fallocentrica.
O a quante poche ginecologhe e ginecologi ancora restano, in Italia e nel mondo, a proteggere il diritto all’aborto libero e sicuro. Sono molte le modalità in cui l’oppressione di genere si manifesta proprio in quel campo in cui non dovrebbe avere alcun modo di esistere, e per questo motivo sono tante le persone che preferiscono semplicemente evitare le visite finché possono. Tuttavia, come è sempre accaduto, noi soggetti subalterni riusciamo a trovare alternative esercitando la nostra agency, ed è proprio per questo che nascono la ginecologia autogestita ed il biohacking femminista.
Questa branca si inserisce nel più ampio campo delle citizen science ed open source science, il cui scopo è quello di far uscire le scienze dagli spazi chiusi dell’accademia e delle industrie private, rendendole accessibili alle cittadine ed ai cittadini comuni, nella profonda convinzione che tecnologia e scienza non si possano solo subire, ma anche esercitare, riappropriandocene. Il mio viaggio in questo mondo inizia circa tre mesi fa, durante un workshop organizzato dal collettivo Visionarie in collaborazione con ALMA Futura, uno studio interdisciplinare che combina design, educazione, antropologia e scienza per co-creare strumenti per un cambiamento culturale e radicale nella prevenzione, cura e salute intima femminile, con un approccio orizzontale, sicuro, accessibile e gratuito. Durante il workshop ho imparato, grazie all’aiuto e alla profonda cura di tutto il gruppo, ad auto-esplorare la mia cervice e a coltivare la mia flora batterica per poter riconoscere eventuali infezioni vaginali anche in assenza di sintomatologia, secondo un protocollo scientifico che utilizza materiali e strumenti reperibili da tutte e tutti. Uno degli scopi della ginecologia autogestita e del biohacking, infatti, è quello di rendere la cura e la prevenzione ginecologica accessibile alle categorie marginalizzate, come le persone con status di rifugiato, sex workers, senza fissa dimora, utilizzando strumenti domestici per le proprie attività, “facendo scienza nella nostra cucina”.
Qualcosa di molto bello da scoprire è stato l’approccio di gruppo all’autoesplorazione ed autocoscienza, la cui cura e ascolto si pongono in posizione diametralmente opposta rispetto alla velocità ed asetticità degli ambulatori medici.
I progetti portati avanti dal mondo del biohacking femminista sono tanti e diversificati, tra l’estrazione di estrogeni dalle urine per le persone trans che non possono (o non vogliono) sottoporsi all’apparato medico statale, agli studi sull’ormone beta hCG per poter determinare autonomamente da quanto va avanti una gravidanza senza dover passare per medici antiabortisti, alla creazione di lubrificanti ed assorbenti naturali a base vegetale, e tantissimo altro ancora, passando dalla cultura batterica alla rivoluzione politica: e mentre i governi cercano di controllare sempre di più i nostri corpi, noi, come streghe moderne, ci riappropriamo sempre di più delle scienze.
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