foto Massimo Pica

di Raffaello Morelli *

Ogni tipo di informazione, tv, radio, carta, internet, sta dando gran rilievo allo scontro – soprattutto tra il Governatore campano De Luca e il Governo, ma più sotto traccia anche con il Governatore veneto Zaia – sul prorogare o meno la durata dell’incarico al terzo mandato. La legge della Campania lo ha introdotto non rispettando il divieto posto dalla legge nazionale 165/2004 che applica l’art.102 della Costituzione. Il Governo ha impugnato la legge.

E’ importante chiarire le radici dello scontro. Non per la procedura giuridica ma per il loro significato nel costruire il libero convivere. La democrazia liberale si fonda sul meccanismo delle scelte pubbliche affidato al giudizio dei cittadini tramite il loro voto. E siccome , in base all’esperienza, questa è una condizione necessaria ma non sufficiente a garantire che i rapporti istituzionali restino nell’ambito del pieno esercizio della libertà civile, il criterio dell’affidarsi alla decisione dei cittadini si accompagna ad un’ulteriore rete di norme che assicura un convivere aperto all’insegna della libertà di ciascuno. E’ un carattere decisivo della democrazia liberale, alla base della legge 165/2004.

Essendo questo il frutto dell’esperienza via via maturata, quando il Governatore De Luca sciorina le sue indubbie qualità oratorie accusando il Governo di ogni nefandezza antidemocratica allo scopo di impedire ai campani di esprimersi (fingendo di dimenticare che è nazionalmente contrario alla legge sul terzo mandato pure il suo partito, il PD), è indispensabile non cadere in trappola e ricordare la decisiva importanza del divieto della legge 165/2004 nell’ottica libertà civile.

Infatti, va tenuto presente che l’aver scoperto la necessità di ricorrere al giudizio dei cittadini come individui per migliorare la convivenza facendola più produttiva, non comporta dimenticare l’effettiva natura umana. Che conserva forti pulsioni egoistiche e propende a cristallizzare le condizioni di favore di cui dispone. Da qui un altro insegnamento dell’esperienza per convivere al meglio: evitare il cristallizzarsi delle posizioni di potere elettivo. Di conseguenza va favorito il cambiamento virtuoso, avvicendando cittadini diversi nel ricoprire ruoli elettivi onde scongiurare forme elitarie. Così i conviventi fruiscono di capacità differenti e mettono alla prova varie iniziative, innestandole su quanto costruito fino ad allora.

Tale meccanismo sostituisce il precedente sistema vigente per secoli, in cui i potenti formavano un’élite inamovibile di fatto, sorta su meriti passati, sulla forza e a carico dei cittadini sudditi. Ebbene, il terzo mandato di De Luca vorrebbe ripristinare il cammino elitario per difendere dai partiti i cittadini tifosi del capo (si badi, non è uno scherzo). Invece la democrazia liberale vuole il sistema del cambiamento in nome della libertà tra individui diversi e riflessivi, fondata sullo scambio e non sull’impero.

I risultati sperimentali danno finora la netta superiorità dell’incerto sistema libero sulle certezze degli autocrati illiberali e delle loro élites impositive

 

*Per lunghi anni esponente del Partito Liberale Italiano, del quale è stato Vicesegretario nazionale, è stato Consigliere Regionale per la Toscana. Tra i promotori del referendum sulla responsabilità civile dei magistrati e di quello per la riforma Democratica, nonché del referendum per la Riforma ELettorale del 1992. E’ stato vice Presidente del Comitato contro il referendum Renzi del 2016 e componente del Comitato per il SI alla Riduzione dei parlamentari nel 2021.

 

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