Di Paola Francesca Moretti Caporedattore all’ attualità e cronaca
Dopo oltre un anno di scontri e spargimento di sangue innocente Hamas e Israele giungono a un accordo di cessate il fuoco con il rilascio degli ostaggi, e volendola tirare per le lunghe bisognerà attendere il 19 gennaio, giorno fissato per la sospensione delle ostilità, e che avrà una durata, almeno nel primo step, di soli 42 giorni.
Dopo settimane e settimane di attese disertate e accordi falliti in extremis, Israele e l’organizzazione religiosa islamico-palestinese, ossia, Hamas, hanno raggiunto un’intesa di cessate il fuoco e mentre l’uscente Presidente americano, Joe Biden, e il prossimo Presidente, Donald Trump, se le cantano a chi è stato più diplomaticamente efficiente nel permettere tale tregua, ciascuno attribuendo a sé la paternità degli esiti positivi, io rifletto sul costo di questa tregua. Si sa che nulla si risolve gratuitamente in ambito politico-militare, allora, questo tanto agognato cessate il fuoco cosa comporta? Intanto il rilascio degli ostaggi che, stando a indiscrezioni giornalistiche, sono 33 prigionieri israeliani tra cui bambini, donne, anziani, persone malate o ferite, e in cambio? Israele dovrà rilasciare alcuni individui fermati e reclusi nelle prigioni israeliane, una contropartita di non poco conto visto che tali detenuti hanno le mani sporche di sangue.
Si spera che l’accordo raggiunto venga mantenuto fino in fondo perché prevede oltre la fine dei bombardamenti anche un considerevole afflusso di aiuti nella martoriata Striscia di Gaza, dove la gente che è riuscita a sopravvivere è allo stremo delle forze. In rete girano diversi video di bambini, e non solo, strattonarsi e farsi largo tra una moltitudine di carne umana per una porzione di cibo o una ciotola di acqua. Superstiti in una terra inesistente, laddove tutto parla di morte e distruzione esseri umani si aggrappano alla vita, alla debole fiamma di un’illusione, unico scopo quello di trovare il coraggio e l’energia per andare avanti nello scorrere lento di un tempo senza un certo domani.
Esultano all’idea di un momentaneo armistizio, dopo mesi di continui bombardamenti si riesce a gioire pure per un’effimera pace.
Infondo come non concordare con quanto affermato dalla giornalista e conduttrice Monica Maggioni nel suo libro che già il titolo racchiude una potente verità, Spettri. Abbiamo scelto di dimenticarli. Prima o poi torneranno perché sono la cattiva coscienza dell’Occidente, «Sono rimasti inchiodati a lungo nella mia mente, ognuno nella sua vicenda. Pezzi di storia che ci siamo voluti lasciare alle spalle per illuderci che si possa fare finta di niente. Poi un giorno, un giorno di ottobre, in cui il corso delle cose si è spezzato, me li sono trovati di fronte. Tutti in fila».
Il 7 ottobre 2023 è un doloroso risveglio per l’Occidente. La ferocia dell’attacco di Hamas a Israele riporta in primo piano, nelle agende del mondo, la causa palestinese e i suoi spettri. Li avevamo rimossi e loro sono tornati. Nella consapevolezza che la storia, e i suoi protagonisti più ambigui, tornano sempre a presentarci il conto delle scelte e degli errori compiuti…
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