La neve sta diventando una rarità sempre più difficile da trovare sulle nostre montagne. Le temperature in aumento e il riscaldamento globale stanno determinando una progressiva riduzione delle precipitazioni nevose, con un calo del 2,7% negli ultimi 50 anni a livello mondiale, secondo il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine. A risentirne non è solo l’ambiente, ma anche il turismo invernale, un settore che vive storicamente di neve e sport ad essa legati.

Nel panorama globale, la situazione è particolarmente preoccupante nell’emisfero boreale, dove risiede gran parte della popolazione mondiale. In Europa e Italia, i cambiamenti climatici sono tangibili, con la neve che si fa sempre più rara, tanto da ridurre significativamente la durata della stagione sciistica. Il 2023 ha visto registrare un numero di giorni di neve sotto la media degli ultimi decenni, mentre i ghiacciai europei hanno subito una drastica riduzione, con un calo di volume che ha raggiunto il 10% in un solo anno. Gli effetti di questo cambiamento si riflettono non solo nelle riserve idriche, ma anche nelle economie delle regioni montane, che stanno lottando per adattarsi a scenari sempre più estremi.

Il Riscaldamento Globale e la “Quota Neve”

Il fenomeno del riscaldamento globale ha modificato in modo evidente la “quota neve”, ovvero l’altitudine più bassa a cui le precipitazioni si verificano sotto forma di neve. Per ogni grado di aumento delle temperature, la quota neve si sposta di 150-200 metri verso l’alto. Ciò significa che gli impianti di risalita sono costretti a lavorare su altitudini sempre maggiori, dove la neve naturale è sempre più difficile da trovare. A risentirne sono le località turistiche più basse, che, in passato, avevano stagioni sciistiche lunghe e redditizie.

Le Difficoltà del Turismo Invernale

In Italia, il settore del turismo invernale sta affrontando una crisi senza precedenti. Secondo Legambiente, oltre 200 impianti di risalita sono stati dismessi, mentre molti altri vivono una condizione di incertezza, aprendo solo sporadicamente o rimanendo chiusi per lunghi periodi. Di fatto, gli impianti che riescono a rimanere attivi, sono costretti a fare ricorso a costose tecnologie di produzione di neve artificiale, la quale, purtroppo, ha sia un alto costo economico che un significativo impatto ambientale. Nonostante ciò, il fatturato del turismo montano sembra in aumento, con previsioni positive per il 2025, ma ciò non basta a fermare la sensazione di insostenibilità che accompagna l’industria turistica.

Le politiche pubbliche di supporto a questo settore non sono da meno: sono oltre 200 gli impianti che sopravvivono grazie agli aiuti pubblici. Un paradosso che segnala una difficoltà crescente nel trovare soluzioni autonome per il futuro del turismo invernale. Le stazioni sciistiche italiane sembrano quindi reggersi su un equilibrio precario, tra necessità economiche e ambientali, mentre la domanda di neve continua a decrescere.

La Necessità di Agire

L’emergenza climatica che minaccia la neve e il turismo invernale è solo un aspetto di un fenomeno più ampio che sta stravolgendo l’intero pianeta. Le alterazioni climatiche sono ormai evidenti e pervasivi, e le zone che un tempo erano sinonimo di neve e sport invernali, oggi devono fare i conti con un futuro incerto. La riduzione delle precipitazioni nevose, la riduzione dei ghiacciai e l’aumento delle temperature sono solo i segnali più evidenti di un cambiamento che non può essere ignorato.

Ciò che emerge da questa situazione è la necessità urgente di ripensare il nostro rapporto con l’ambiente. L’Italia e l’Europa, come il resto del mondo, sono chiamate a prendere decisioni più radicali sul fronte della sostenibilità e a orientare le politiche verso la protezione dell’ambiente. Per farlo, sarebbe necessario concentrare gli investimenti non solo nel miglioramento delle tecnologie di innevamento artificiale, ma anche in strategie di adattamento e mitigazione, come la transizione verso un turismo più sostenibile, che non dipenda dalla neve per esistere.

Conclusioni

Le stazioni sciistiche, e più in generale il turismo montano, si trovano oggi di fronte ad una delle sfide più complesse della loro storia. Il cambiamento climatico, con il suo impatto su ambiente e economia, sta modificando radicalmente il settore, ma offre anche l’opportunità di riconsiderare il nostro modello di sviluppo. La domanda che ci dobbiamo porre è: riusciremo a cogliere questa sfida come occasione di cambiamento, o continueremo a inseguire una neve che sta lentamente scomparendo, senza una visione di futuro? Se non interveniamo in modo concreto, la montagna rischia di perdere la sua bellezza e la sua capacità di attrarre turisti, lasciando invece una scia di paesaggi desolati e economie in declino.

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