La Provincia di Benevento sta attraversando una fase di profonda instabilità politica che rischia di paralizzare l’attività amministrativa dell’ente. Il presidente Nino Lombardi si trova in una posizione sempre più delicata, con una maggioranza numericamente insufficiente che conta solo quattro consiglieri su dieci: tre esponenti di Noi di Centro e il vice-presidente Alfonso Ciervo di Essere Democratici.
La situazione si è ulteriormente deteriorata dopo l’ultimo tentativo di mediazione. La tavola rotonda convocata da Lombardi con i rappresentanti di tutti i gruppi consiliari, infatti, non solo non ha prodotto risultati positivi, ma ha paradossalmente acuito le distanze tra le parti in campo.
L’opposizione, forte di sei consiglieri distribuiti in tre gruppi, si sta preparando a un’offensiva politica significativa. Secondo fonti interne al centrodestra, i consiglieri di Forza Italia e Fratelli d’Italia sarebbero pronti a presentare una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente. Una mossa che, se confermata, aprirebbe scenari complessi dal punto di vista giuridico-amministrativo, considerando i limiti imposti dalla Legge Delrio in materia di sfiducia dei presidenti provinciali.
Il nodo cruciale resta la posizione del Partito Democratico, i cui due consiglieri sembrano mantenere una linea più dialogante. In particolare, il consigliere Ruggiero, forte della sua esperienza amministrativa, starebbe spingendo per una soluzione di compromesso basata su due punti chiave: l’azzeramento totale delle deleghe e la garanzia di pari dignità per tutti i consiglieri provinciali.
La situazione è ulteriormente complicata dalle tensioni interne a Noi di Centro, dove già nei mesi scorsi si erano manifestati segnali di insofferenza, culminati con la restituzione delle deleghe da parte del consigliere Iannace. Nonostante questi precedenti, il gruppo appare oggi arroccato su posizioni intransigenti, rifiutando ogni ipotesi di trattativa.
Il paradosso di questa crisi risiede proprio nel meccanismo della Legge Delrio, che permette al Presidente Lombardi di “galleggiare” politicamente pur non avendo più una maggioranza effettiva. Questa situazione di stallo istituzionale rischia di trasformarsi in un contenzioso giuridico se l’opposizione decidesse di procedere con la mozione di sfiducia, aprendo un possibile fronte davanti al Tribunale Amministrativo Regionale.
La crisi alla Rocca dei Rettori rappresenta un banco di prova significativo per la politica sannita, chiamata a trovare un equilibrio tra la necessità di garantire la governabilità dell’ente e l’esigenza di rispettare gli equilibri democratici emersi dal confronto politico. Le prossime settimane saranno decisive per comprendere se prevarrà la via del dialogo istituzionale o se si aprirà una fase di scontro frontale dagli esiti imprevedibili.
pH : TvSette