I sogni però, spesso diventano incubi.
Per capire la cultura di un paese, si deve iniziare dal suo passato remoto e seguirne l’evoluzione.
Anticamente nel continente americano, vivevano molte popolazioni, ognuna con i propri usi e costumi e i loro dei da adorare, da nord a sud.
Certo, c’era rivalità tra le varie tribù, del resto l’istinto di conquista è insito nel genere umano insieme a molte altre caratteristiche non certo positive ma, era la loro terra ed avevano il loro modo di vivere.
Poi arrivò qualcuno dal mare e per loro, fu l’inizio di un incubo.
Il mondo nuovo, terra da conquistare, vi andò ogni tipo di feccia e, purtroppo per i nativi, gli invasori erano avidi, crudeli e avevano armi che loro non conoscevano, quindi, impreparati a difendersi.
Tutti conosciamo l’evoluzione dei fatti, l’epopea del “far west”, lo sterminio dei nativi, la decimazione dei bufali e degli animali da pelliccia e molti altri, la devastazione del territorio e la creazione delle “riserve” dove vennero confinati i veri padroni di quella terra, un bagno di sangue per derubarli.
Conosciamo tutti i cow boys, i film Western attiravano il pubblico e tutti siamo andati a vederli, erano belli, spettacolari e appassionanti ma non ci siamo mai posti una domanda : che cultura può essere quella che fa del possesso, dell’uso delle armi e della violenza una normalità?
Una società che cresce con questi valori di giustizia sommaria può essere solo malata e così è stato.
La storia nefasta della deportazione di popolazioni africane per farne degli schiavi, altro bagno di sangue e nefandezze varie, la considerazione di esseri umani alla stregua di animali da sfruttare e macellare, ma non bastava.
Una guerra civile tra nord e sud, con la scusa di liberare gli schiavi che in realtà era solo conquista di un territorio fertile e produttivo; la conferma di questo è il modo con cui sono sempre state trattate le persone di colore, discendenti di coloro che hanno dovuto abbandonare, loro malgrado, la terra d’origine per andare a vivere in un inferno.
Questa è storia e cultura di uno stato costruito sulla prevaricazione.
Poi, forti della loro posizione geografica, hanno partecipato a guerre fuori dai loro confini e hanno costruito una buona parte della loro economia sull’industria bellica, hanno portato la loro cultura col bel vestitino di democrazia, dando visione di essere un grande paese.
La propaganda ha sempre funzionato, ci vuol talento per essere sempre partecipanti a conflitti vari e mantenere una facciata di grande paese esportatore di democrazia.
Quello che solleva una domanda è il motivo per cui ogni presidente americano ha avuto la sua guerra, che l’abbia iniziata o conclusa , nessuno è stato escluso da questa strana tradizione e la domanda è “perché”?
Il sogno americano.
Quello del dopoguerra.
Quello di un paese accogliente dove potevi facilmente fare fortuna, quello del cinema con le sue star, delle automobili enormi, del rock and roll, ricco e patinato, quello che, come la luna era irraggiungibile e mostrava una faccia sola, il lato oscuro era altrove e anche quello aveva tinte di propaganda.
Ricordo gli anni 60, la guerra in Vietnam, i movimenti pacifisti, i figli dei fiori e la splendida musica, gli eskimo e le camicie militari insieme alle patacche “make love and peace” , paradossalmente riuscirono a farne un business, ma i militari che tornavano da quella guerra venivano trattati come reietti.
Ma il gioco non può durare per sempre, la storia insegna, i grandi imperi si sono accartocciati su loro stessi ed ora, la maschera si sta sfaldando e si rivela ciò che nasconde : un colosso con i piedi d’argilla vermiglia,
chissà cosa trascinerà con sé nella sua caduta e chi sarà tanto folle da seguirlo.
Ora stiamo assistendo ad uno scenario sempre più oscuro e pieno di incognite dove accadono cose al di fuori di ogni logica, schegge impazzite in un mondo che non riesce più a trovare un equilibrio sia in campo umano che in quello della natura.
Gli ultimi leader sono letteralmente sconcertanti, mi chiedo se un paese che si definisce grande non abbia proprio nessuno da proporre in alternativa, una figura seria e carismatica capace di creare un equilibrio senza necessariamente destabilizzare altre società.
Quién sabe?
Noi possiamo solo essere spettatori.
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