Gli ultimi giorni di gennaio sono tradizionalmente associati a un periodo di freddo intenso, noto come i “Giorni della Merla” Questa credenza popolare, radicata nella cultura italiana, affonda le sue origini in antiche leggende, ma oggi la scienza meteorologica offre una prospettiva diversa. Scopriamo insieme cosa si nasconde dietro questa tradizione, tra mito e dati scientifici.
Cosa sono i Giorni della Merla?
I Giorni della Merla sono considerati, secondo la tradizione, i più freddi dell’anno. Tuttavia, non esiste un consenso unanime sulle date esatte. Alcune fonti indicano gli ultimi tre giorni di gennaio (29, 30 e 31), mentre altre spostano il periodo al 30 e 31 gennaio e al 1° febbraio. Il Centro Geofisico Prealpino,basandosi su dati storici, propende per la prima opzione, identificando i giorni della merla con il 29, 30 e 31 gennaio.
La leggenda della Merla
La tradizione popolare narra che, tanto tempo fa, i merli fossero bianchi. Una merla, stanca del freddo e delle intemperie di gennaio, decise di nascondersi con la sua famiglia per tutto il mese, uscendo solo l’ultimo giorno, quando gennaio durava ancora 28 giorni. Gennaio, irritato dal comportamento della merla, chiese in prestito tre giorni a febbraio per scatenare una tempesta di neve e gelo. La merla, per ripararsi, si rifugiò in un camino, sporcando per sempre il suo piumaggio bianco, che divenne nero. Da allora, si dice che i merli siano neri.
Un’altra versione della leggenda racconta che la merla fosse solita prendere in giro gennaio con cinguettii sarcastici. Gennaio, offeso, decise di punirla con tre giorni di freddo intenso, trasformando il suo manto da bianco a nero.
Queste storie, con le loro varianti regionali, riflettono l’immaginario popolare e il tentativo di spiegare fenomeni naturali attraverso il folklore.
La realtà scientifica: i dati meteorologici
Nonostante la leggenda, i dati scientifici sembrano smentire l’idea che i Giorni della Merla siano i più freddi dell’anno. Secondo le statistiche del Centro Geofisico Prealpino, raccolte tra il 1967 e il 2015, la temperatura media durante questi tre giorni è di 3,6°C, con massime intorno ai 7,3°C e minime di 0,1°C. Confrontando questi valori con la temperatura media di gennaio, che si attesta a 2,9°C, emerge che i Giorni della Merla sono in realtà leggermente più miti.
Inoltre, i dati mostrano che, dopo il 10 gennaio le temperature tendono a salire gradualmente, smentendo l’idea che la fine del mese sia particolarmente rigida. È probabile che la leggenda sia nata in un’epoca in cui gennaio era effettivamente più freddo, e la mancanza di strumenti di misurazione precisi portava le persone a percepire questo periodo come il culmine dell’inverno.
Perché la leggenda resiste?
Nonostante le evidenze scientifiche, la tradizione dei Giorni della Merla continua a essere tramandata. Questo fenomeno si spiega con il potere delle storie popolari, che spesso sopravvivono alla realtà dei fatti. La leggenda della merla, con il suo mix di fantasia e moralità, rappresenta un modo per dare un senso ai cicli naturali e alle avversità climatiche.
Inoltre, il fascino di questa tradizione risiede nella sua capacità di unire diverse regioni d’Italia, ognuna con le sue varianti della storia. È un esempio di come il folklore possa diventare un patrimonio culturale condiviso.
Conclusioni: tra mito e scienza
I Giorni della Merla sono un perfetto esempio di come leggenda e scienza possano coesistere. Se da un lato i dati meteorologici dimostrano che questo periodo non è il più freddo dell’anno, dall’altro la tradizione popolare continua a nutrire il nostro immaginario, ricordandoci l’importanza delle storie nel dare significato al mondo che ci circonda.
Che si creda alla leggenda o si preferisca affidarsi ai numeri, i Giorni della Merla rimangono un’occasione per riflettere sul rapporto tra uomo, natura e cultura, e su come le nostre radici continuino a influenzare il presente.
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