Sua Santità, Papa Francesco, ha incontrato i giornalisti per il Giubileo della Comunicazione. Il discorso del Pontefice induce a riflettere sull’importanza della comunicazione e della stampa quotidiana. Egli ha affermato che l’atto del comunicare è uscire un po’ da sé, parlare all’altro. Comunicare non costituisce solo il momento di uscita ma anche l’incontro con l’altro. Essere in grado di comunicare rappresenta una qualità enorme di saggezza. E come non essere concorde? Il comunicatore non è un mestiere per tutti, richiede studio, passione, senso morale, conoscenza approfondita delle parole e del linguaggio in senso ampio.
Il Santo Padre ha tenuto a sottolineare che il lavoro svolto dai giornalisti costruisce la società e la comunità dei credenti, fa andare avanti tutti purché sia vero. Sua Santità, inoltre, ha messo in luce un altro aspetto della professione giornalistica, ovvero, che essa è una vocazione, una missione, evidenziando il ruolo fondamentale del giornalista per la società attuale sia nel raccontare gli avvenimenti che per la modalità con cui li racconta.
Il discorso di Papa Francesco è intenso e manifesta le sue doti di grande comunicatore e stimola anche alcune riflessioni. La stampa ha perso il suo prestigio? Ritengo di no, a mio avviso, è sempre un elemento importante della nostra vita. I giornali, sia in formato cartaceo che online, non si limitano a fornirci notizie e informazioni di fatti ma commentano e chiariscono tali fatti guidando in modo particolare i lettori. Proprio in questo sta la grande forza della stampa che può influenzare a suo piacimento il pubblico. Per tale ragione i giornalisti dovrebbero avere tutti un forte senso etico e sentire ciascuno la propria responsabilità, perché i loro articoli sono letti da un gran numero di persone che da essi possono essere condizionate, soprattutto i giovani.
Voglio concludere il mio articolo con le parole di Giuseppe Fava, che ha pagato con la vita il suo voler essere giornalista integerrimo. Un uomo e un professionista vittima della mafia, colpito alla nuca da cinque proiettili. I giornalisti scomodi, è risaputo, devono essere eliminati specialmente se sono in possesso di informazioni scottanti che potrebbero far cadere qualche eminente testa.
“Io ho un concetto etico di giornalismo. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza e la criminalità, impone ai politici il buon governo. Un giornalista incapace, per vigliaccheria o per calcolo, si porta sulla coscienza tutti i dolori umani che avrebbe potuto evitare, e le sofferenze, le sopraffazioni, le corruzioni, e le violenze che non è stato mai capace di combattere”. Giuseppe Fava.
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