Di Paola Francesca Moretti 

Nel corso degli ultimi anni il traffico illegale di organi umani ha assunto dimensioni allarmanti a livello globale. La mia indagine è orientata ad analizzare le dinamiche di questo fenomeno sotto le vesti di un vero e proprio mercato nero organizzato nel Dark Web, la cosiddetta Rete Oscura, e abilmente gestito da organizzazioni criminali costituite da sfruttatori della peggior specie. Delinquenti e approfittatori di condizioni di indigenza in cui versano principalmente gli individui di origine indiana, nepalese, bengalese…
E che dire di tutti coloro che sono disposti ad addentrarsi nella “selva buia e selvaggia” pur di aver salva la vita con un organo compatibile con il proprio oppure per schivare la morte a un congiunto saltando le liste di attesa infinitamente lunghe? Da chi aspettarsi il mea culpa? Sviscerare le ragioni che spingono le persone a diventare vittime insieme ai fattori che accrescono tale attività non è così semplice come potrebbe apparire, entrano in gioco una molteplicità di elementi, sovente, privi di ogni logica e rispetto verso la salute e la vita altrui.

La dimensione del fenomeno
Stando ai report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, i trapianti illegali di organi che vengono effettuati, ogni anno nel mondo, sono a diversi zero dopo la prima cifra. Ė una stima approssimativa, giacché la procedura clandestina della vendita di organi di fatto impedisce di ottenere dati certi. Africa, America Latina, Asia meridionale e Sud orientale, ossia, i cosiddetti paesi in via di sviluppo, sono i più esposti a tale fenomeno a causa della povertà e dell’assenza di cure mediche adeguate. Coloro che finiscono nella rete dei trafficanti di organi sono spesso individui in condizioni di estrema fragilità economica. I faccendieri sono abili manipolatori che allettano le proprie prede offrendo compensi elevati, e per chi vive in condizioni di miseria ciò costituisce la manna dal cielo. Nondimeno, questi scambi mascherano altrettante abominevoli realtà, non sono pochi i casi in cui le persone subiscono abusi psico-fisici, e gli stessi donatori ignorano i rischi a cui vanno incontro, non di rado sono costretti ad affrontare un calvario per complicazioni post-asportazione organo, come anche possono non ricevere il pagamento pattuito.
Le organizzazioni di trafficanti
Il mercimonio di organi è gestito da vaste reti criminali attive a livello internazionale. Cosche mafiose facenti capo a boss cinesi, russi, albanesi, nigeriani, indiani, pakistani. In altre parole, una lunga lista che annovera pure i clan prettamente indigeni in quei Paesi dove sono in corso o si sono appena conclusi dei conflitti. Ė notorio, infatti, che le indagini su tali attività criminali hanno avuto origine proprio in territori di guerra, Ucraina, Siria, Iran, Afghanistan, per citarne solo alcuni.
I criminali si servono di vari canali per reclutare donatori, diversi gli intermediari, che hanno il compito di agevolare tutto l’iter imbrogliando gli offerenti con false promesse e gravandoli di non pochi pericoli. I furfanti comunicano e organizzano le loro attività delittuose avvalendosi principalmente del Dark Web, e la moneta virtuale la fa da padrona nel raggiro. Questo spiega il motivo per cui forze dell’ordine ed enti governativi preposti ai controlli non sempre sono in grado di individuare e bloccare queste attività illegali.
Conclusioni
Il traffico illegale di organi costituisce una violazione dei diritti dell’uomo, esso va combattuto attraverso l’azione sinergica degli enti governativi e non soltanto e su scala mondiale. Ritengo che sia necessaria una collaborazione che vada oltre gli interessi del singolo Stato, per estirpare le reti criminali occorre un impegno condiviso costante, campagne di sensibilizzazione e leggi severe, altrimenti sempre più persone verranno pescate nel mare magnum della rete cibernetica. Il cammino è lungo e tortuoso ma la lotta contro lo spregevole traffico di organi deve rimanere la priorità per ognuno di noi.

 

pH : iStock senza royalty

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