I filosofi non si fidano troppo della salute mentale degli economisti e questi dell’intelligenza dei filosofi.
Ma a giudicare da come va a rotoli il mondo, pensato riveduto e corretto dai “sotuttoio” delle scienze orfane della “Scienza” con la maiuscola, hanno ragione entrambi.
“Il bene comune” inventato dagli “intellettuali”, mutuato paripari dagli acefali della politica e sfruttato dai rapaci della Finanza è una utopia che tutti inseguono ma nessuno raggiunge.
I Marx e gli Smith moderni, (non essendo insieme filosofi ed economisti come gli inventori del comunismo e liberismo) lavorano al perfezionamento dei sistemi sociali, facendo quattro autentici “miracoli” in un colpo solo:
1)   fanno in modo che qualunque sistema Stato sia vantaggioso per pochi e costoso e devastante per molti.
2)   che la gente sappia perfettamente quando, come, dove e perché sta subendo un danno, ma possa solo rassegnarsi a subirlo e soccombere.
3)   che le resti incomprensibile il “cui prodest?”: quale “onestissima” categoria di potenti sta traendo vantaggi dal danneggiamento collettivo.
4)   e veda solo chi si asciuga le lacrime di coccodrillo e si improvvisa filantropo gettando in pasto alla categoria dei poveri che ha contribuito ad impoverire un sacchetto di spiccioli, sufficienti per sfamare un morto non certo un vivo.
Per certificare la stupidità di chi usa impropriamente i mezzi, una volta si diceva: “taglia i cocomeri con la serra a scoppio”. Ora i potenti che passano per vincenti, danno prova della loro superiorità intellettiva, tagliando i cocomeri con la serra a scoppio e dimostrandosi vincenti con quelli sprovvisti di cocomero e persino di pane raffermo.
La scienza è in grado di misurare la forza fisica di qualunque essere vivente; ma la forza intellettiva dei saggi e dei potenti, gli addetti ai lavori ci costringono ad accettarla sulla fiducia.
Come dire che nella specie umana, “dall’uomo ignorante” non possiamo aspettarci intelligenza, solo muscoli; ma dobbiamo diffidare anche dell’uomo istruito e potente, perché s’è messo in difficoltà, è intelligente solo “Pro Domo Sua”.
Se per carenza di mezzi o errori di valutazione non è in grado di difendersi legalmente; l’istinto di conservazione (come qualsiasi essere vivente) lo induce a tutelare i suoi interessi e mandare al macero quelli altrui.
Per dare prova di intelligenza, i potenti del mondo stanno cancellando Palestina e Ucraina. Speriamo non diano libero sfogo alla loro inimmaginabile “intelligenza” maneggiando l’atomica.
Insomma l’intelligenza è una invenzione del disonesto mondo della cultura, della politica e della Finanza. Noi umani abbiamo solo forza muscolare e diamo prova di possederla salendo sul ring e mettendo KO un avversario o andando sul fronte di guerra ad ammazzare un nemico che sta sventolando le sue mutande in segno di resa.
Daremmo prova di intelligenza aiutando il perdente a vincere o a tornare a casa sua né sconfitto né vincente.
Ma una intelligenza utile agli altri senza essere dannosa per sé, la tronfia e stramillenaria cultura umana non l’ha ancora inventata.
Musil diceva:
“Se di dentro la stupidità non somigliasse straordinariamente all’intelligenza, se di fuori non si potesse scambiare per progresso, genio, speranza, perfezionamento, nessuno vorrebbe essere stupido e la stupidità non esisterebbe””.
Chi ha una forza intellettiva realmente superiore a quella di un altro, “sfida se stesso per migliorarsi”, non compete dimostrando di saper sconfiggere un avversario più debole.
Aiuta il perdente a vincere senza perdere lui. Gesù ha dato prova di intelligenza perché ha espiato in croce i peccati degli umani ed è tornato da suo padre in perfetta salute, senza vendicarsi dei “boia umani” che lo avevano crocifisso.
L’intelligenza individuale non si misura creando vantaggi per sé, arraffando ricchezza e potere personale, ma cooperando ad un sistema produttivo e perequativo, che non affama come ora il 90% della comunità mondiale per ingrassare il 10.
Nel mondo crescano parallelamente laureati e falliti, a conferma che gli umani presunti intelligenti non hanno ancora imparato a dare prova di vera intelligenza collettiva.
Insomma la cultura umana è un bluff. Ci fa credere che l’intelligente, diversamente dallo stupido, vive per servire la collettività non per servirsene. Ma è falso. Quando, (nei lunghi periodi di recessione) le vacche grasse del libero mercato dimagriscono per gli impotenti, per i veri potenti magre non diventano mai. Per istinto di conservazione, invece di servire chi è in difficoltà asservono tutto e tutti (natura compresa) e continuano ad arricchire e a conservare potere senza vergogna.
Che non vengano a raccontarci balle gli intelligenti della cultura, della politica, del mercato e della Finanza, che tali lo sono soltanto con chi può pagare profumatamente i loro onestissimi servizi: per gli altri sono negrieri sfruttatori.
Ma peggio, se il sistema non è abbastanza protettivo e li mette fisicamente e/o finanziariamente in pericolo; alla faccia della loro certificata e sconfinata intelligenza, per bestiale istinto di conservazione rischiano di diventare pure assassini.

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