Di Daniele Piro 

Inizio l’articolo odierno riprendendo il titolo di un film di 50 anni fa in cui il protagonista, aiutato da una coppia di amici, cerca in ogni modo di trovare l’anima gemella senza riuscirci, finendo per instaurare una relazione senza buon fine proprio con al moglie del suo migliore amico. Il Benevento attuale assomiglia molto a Sam che dopo aver perso la moglie (leggasi primato in classifica), cerca con le proprie forze e con l’aiuto degli amici (leggasi tifoseria), una nuova compagna (ovvero di nuovo la testa del campionato), senza però riuscirci pur riuscendo ad avere per un breve periodo una storia proprio con la moglie del suo amico (leggasi play off senza però vittoria finale).
Ieri abbiamo finalmente capito che l’attuale Società proverà a fare all-in con l’attuale materiale umano a disposizione, stabilendo un altro record destinato a rimanere negli annali; siamo infatti l’unica Società che riporta ZERO nella casella acquisti/cessioni nel mercato invernale cosiddetto di riparazione. Scelta che a molti ha fatto storcere il naso per la serie “u pallon è u mio e faccio chell’ che voglio io”. Ci si chiede solo quale sia il ruolo della figura del DS che, impossibilitato ad acquistare visti i cordoni della borsa chiusa, non è stato nemmeno capace di piazzare qualche giocatore fra quelli in esubero (anche proponendo una compartecipazione sugli ingaggi lautamente percepiti) . I più ottimisti diranno che siamo a due punti dalla prima ed in piena lotta per la promozione diretta. Tutto giusto per carità, però è il caso di ricordare che, vista la palese involuzione di gioco e risultati, difficilmente si riuscirà a riprendere il primato, se si pensa che le dirette concorrenti nel frattempo si sono rafforzate e viaggiano sulle ali dell’entusiasmo. Quell’entusiasmo che qui da noi è ormai scemato finendo sotto i tacchi. Credo che non si tratti di snobismo o volere tutto e subito da parte di tifosi che sanno solo chiedere, ma semplicemente una presa di coscienza che se avesse voluto, questa Società, con i mezzi economici di cui dispone rapportati alla terza serie, avrebbe potuto fare molto di più, piuttosto che rimanere nel totale immobilismo. Detto fuori dai denti: dopo due retrocessioni assurde per il modo con cui sono maturate, dopo una squadra per la terza serie piena di teste calde che schierava Marotta centravanti, era molto difficile che l’ambiente rispondesse con calore ed entusiasmo. Eppure la scossa data da Auteri, con una Società che un anno fa di questi tempi aveva fatto capire di volerci provare nonostante un girone di andata disastroso, aveva riacceso fiammelle, calore e speranze naufragate molto probabilmente per la fesseria contro la Carrarese di uno dei giovani talenti emergenti. Bastava non spezzare quel sottile filo che si era ricomposto; bastava apportare qualche dovuto correttivo quando, sia per meriti del manipolo di giovani che per demeriti altrui, si era saldamente in testa, invece di rifugiarsi nell’immobilismo più totale. Detto da uno che di calcio ne capisce poco: ma valorizzare i giovani significa farli giocare in C o permettere loro attraverso uno scenario più ampio quale possa essere la Serie B, di farsi notare facendo aumentare anche il valore del loro cartellino? Di giovani in C ne bazzicano tanti anche nelle altre squadre ma non mi sembra che in questo mercato di riparazione ci sia stata la corsa delle squadre di A o di B ad accaparrarseli. La Serie C si perde nei meandri di campetti di periferia, poca copertura mediatica, poco seguito tranne per alcune piazze storiche; insomma l’eventuale impiego dei giovani produce sicuramente il positivo introito di contributi federali ma in quanto a valorizzazione ed a palcoscenico visivo lascia il tempo che trova. Mia riflessione personale: potrebbe anche darsi che la spinta giovanile della prima parte di campionato sia svanita ed i giovanotti non siano in grado di “tenere botta” sia fisica che mentale per un campionato intero, al cospetto di squadre che man mano si sono rafforzate ed hanno cercato di apportare correttivi alle loro rose. Due righe sulla partita. Doveva essere giocata all’arma bianca nel tentatiovo di riprenderci il primato. E’ venuta fuori una partita fisica, confusionaria da parte nostra ed accorta da parte avversari. Sempre troppo precipitosi nel creare gioco, poca coralità e poco affiatamento con tanto egoismo soprattutto in attacco cercando il tentativo risolutore con esiti improponibili (palloni in curva). Ha fatto bene la difesa anche se una leggerezza di Nunziante con un dribbling nell’area piccola ed una splendida rovesciata nel finale potevano costarci caro. Tutto sommato una gara noiosetta con un Benevento che ha provato con non molta convinzione a sfondare la difesa meno battuta del campionato che anche ieri sera ha dimostrato ordine e solidità non finendo mai in affanno. Che questi siano l’anticalcio è sotto gli occhi di tutti per come hanno impostato la partita, ma che di fronte abbiano trovato una squadra, la nostra, capace di produrre solo tre tiri nello specchio della porta più un colpo di testa alto, la dice lunga sulle nostre difficoltà che ormai sono diventate croniche. Nel prosieguo abbiamo anche un calendario che ci riserverà le trasferte ad Avellino e Cerignola e, nell’immediato la Juve Next Gen già Domenica prossima, che non è più la banda di ragazzini sbarbatelli del girone di andata. Resta il fatto che, senza più giri di parole, questi siamo e con questi si proverà a fare il massimo. Prendiamoci cio’ che viene consapevoli che mai come stavolta eventuali “musechiamenti” o voci fuori dal coro di tifosi delusi dal mio punto di vista sono giustificati. Non è mai troppo bello per chi vive il calcio da tifoso trovarsi da più sei a meno due in un amen e di sicuro la colpa non è delle presenze o meno allo stadio che i più irriducibili portano avanti come una battaglia personale alle quali si appigliano nelle loro arringhe pro Società; resta il rammarico per cio’ che poteva essere ed ad oggi non è stato, sperando sempre che domani lo sarà

Scugnizzo69

 

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