Di Apostolos Pertsemlis – Psicologo, Terapista A.B.A. Benevento

Il bullismo e il cyberbullismo rappresentano due delle forme più insidiose di violenza giovanile, spesso invisibili ma devastanti nella loro capacità di minare l’autostima e il benessere psicologico delle vittime. Mentre il bullismo tradizionale si manifesta attraverso atti fisici e verbali diretti, il cyberbullismo sfrutta l’anonimato e/o la distorsione delle relazioni che il mondo digitale consente, rendendo ancora più difficile l’identificazione e la gestione della situazione.

Entrambe queste forme di violenza giovanile hanno un comune denominatore: l’intento di dominare, umiliare e ferire l’altro. Spesso, dietro questi comportamenti si celano insicurezze, frustrazioni o difficoltà emotive che i giovani non riescono a gestire in modo sano, e che possono sfociare in azioni violente verso chi percepiscono come diverso o più vulnerabile.

La rete, purtroppo, amplifica gli effetti del cyberbullismo: la vittima può sentirsi perseguitata senza scampo, mentre chi compie l’atto ha la possibilità di sfogare la propria rabbia senza essere immediatamente responsabile delle proprie azioni. Questo crea un ambiente di solitudine e paura che può avere conseguenze devastanti, portando a disturbi psicologici, isolamento e, nei casi più gravi, anche a gesti estremi.

È fondamentale, quindi, lavorare insieme come comunità, scuole, famiglie e istituzioni per promuovere una cultura del rispetto, della solidarietà e della comprensione. Tuttavia, oltre alla prevenzione, è altrettanto importante concentrarsi sul trattamento delle vittime. Le persone colpite dal bullismo e dal cyberbullismo spesso soffrono di gravi conseguenze psicologiche, come ansia, depressione, disturbi del sonno e, in alcuni casi, pensieri suicidi. È necessario garantire un supporto adeguato, che comprenda sia interventi psicoterapeutici che un aiuto pratico per favorire la loro reintegrazione sociale.

Gli aspetti clinici legati al trauma subito dalle vittime richiedono un approccio multidisciplinare, che coinvolga psicologi, psichiatri e, quando necessario, altri specialisti.

Il trattamento clinico delle vittime di bullismo e cyberbullismo si concentra principalmente sulla gestione dei sintomi psicologici che derivano dal trauma subito, come ansia, depressione, bassa autostima e difficoltà emotive generali. Un aspetto cruciale è l’identificazione precoce di segnali di disagio psicologico, come irritabilità, tristezza persistente, difficoltà a concentrarsi, o cambiamenti nel comportamento sociale, che possono essere sintomi di ansia e depressione.

Nel trattamento dell’ansia, è fondamentale aiutare la vittima a riconoscere e comprendere i pensieri ansiosi, così da ridurre l’impatto che hanno sul suo stato d’animo e sul comportamento quotidiano. Il sostegno psicologico può includere tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda o la gestione dello stress, che possono essere usate per ridurre i sintomi fisici dell’ansia e aiutare a restare più calmi nelle situazioni che scatenano preoccupazioni.

Per quanto riguarda la depressione, il trattamento può includere sessioni di supporto psicoterapeutico focalizzate sull’aumento della consapevolezza delle proprie emozioni, migliorando il riconoscimento di pensieri negativi e disfunzionali. Il supporto deve anche mirare a incoraggiare la vittima a riacquistare il controllo sulle proprie attività quotidiane e a promuovere un ritorno graduale alle attività che in passato procuravano piacere e soddisfazione. Il trattamento farmacologico potrebbe essere utile nei casi più gravi di depressione, ma sempre sotto la supervisione di uno psichiatra, per migliorare l’umore e stabilizzare i sintomi.

L’autostima è un altro aspetto centrale da trattare, dato che il bullismo e il cyberbullismo possono minare profondamente la fiducia in se stessi delle vittime. Interventi psicologici mirati devono quindi concentrarsi sul rinforzare la percezione positiva di sé. Questo può avvenire attraverso l’adozione di attività che incrementano il senso di competenza e di valore personale, oltre a tecniche che aiutano le vittime a rivedere la loro percezione di sé in modo più equilibrato e realistico.

Le strategie di coping sono fondamentali nel trattamento clinico. L’insegnamento di tecniche di coping efficaci consente alle vittime di sviluppare una maggiore resilienza di fronte agli eventi traumatici e alle difficoltà quotidiane. Le strategie possono includere l’uso di meccanismi di difesa sani come la ristrutturazione cognitiva, l’autoaffermazione, e il rinforzo della rete sociale di supporto. È importante che le vittime imparino ad affrontare lo stress in modo sano, evitando l’isolamento o comportamenti autodistruttivi.

Un percorso terapeutico individuale che segua questi principi, integrato con il sostegno familiare, è essenziale per aiutare le vittime a superare il trauma subito e a ritrovare il benessere psicologico. L’approccio deve essere sempre personalizzato e basato sulle necessità specifiche di ciascun individuo, al fine di favorire un recupero completo e una ripresa della loro vita sociale e affettiva.

 

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