Un giorno feci un disegno a matita, raffigurava una vecchina affacciata a una finestra e lo pubblicai.
Quello che mi diede da pensare, furono i commenti.La maggior parte delle persone, in quella immagine riconosceva qualcuno, chi la propria nonna o la nonna di qualcun altro, chi una zia, una vicina o una conoscente e questo mi fece nascere un pensiero nella mente, era come se la gente si specchiasse senza vedersi, così lo intitolai “lo specchio”.
Lo specchio della vita, dove ognuno vi riconosce qualcuno per non vedere se stesso.
No, per quanto si possa avere una ricca fantasia, nessuno riuscirà mai a vedersi vecchio se non nel momento in cui, guardandosi allo specchio, riuscirà a riconoscersi tale.
Certo, ora, anche nell’età avanzata non ci vestiremmo sicuramente come le nostre nonne, siamo moderne, vestiamo abiti colorati e mettiamo i pantaloni, non ci facciamo la “crocchia” da coprire con un foulard nero ed è molto meglio così, ma non è questo il problema.
Il fatto è che ormai l’invecchiamento sembra diventata una brutta malattia, nessuno vuole più invecchiare ed accettare il tempo che passa.
L’eterna giovinezza venduta come una qualsiasi merce, chirurgia plastica, silicone e botulino ma non puoi ingannare la natura e non puoi comprare la dignità.
Sarebbe molto più dignitoso accettare il passare del tempo e fare dei segni che lascia, non una cosa di cui vergognarsi ma l’opportunità di essere veramente ciò che si è, senza trucco e senza inganno, semplicemente considerando ogni ruga un’ esperienza di vita da portare con serenità.
Sarebbe molto più costruttivo ed edificante, coltivare la nostra parte interiore invece del solo aspetto esteriore, non dobbiamo niente a nessuno se non a noi stessi, ricordandoci che non abbiamo bisogno dell’apprezzamento della gente, ma abbiamo molto bisogno di sentirci bene nel nostro intimo e questo è uno dei vantaggi che ti può dare l’avanzare dell’età, quando non hai più la necessità di dimostrare qualcosa agli altri.
Curare la propria persona senza diventare grotteschi, non voler fare i ragazzini a tutti i costi, c’è un tempo per ogni cosa e bisogna farsene una ragione, anche perché, puoi pure fare le acrobazie ma la natura ti ricorderà che non è il caso, l’acciacco è sempre dietro l’angolo come un folletto dispettoso.
Si diventa fragili come un bambino.
Però, e questo penso che accada a tutti, a dispetto del corpo che invecchia dentro si è sempre ragazzi, lo spirito resta giovane imprigionato in un corpo che cambia e arriva un momento in cui vuoi provare te stesso che, nonostante tutto, se ti ci metti veramente puoi riuscire a fare le stesse cose che facevi tanti anni prima, è una sfida e puoi pure riuscire per una volta e per un tempo limitato per poi accorgerti che non è più il tuo tempo e il caso di insistere anche se accettare e accettarsi non è sicuramente facile.
Non è detto che ci si debba arrendere, tener viva la mente è di per sé una grande conquista e un modo di contrastare il tempo che passa in maniera costruttiva, anche se il mondo che ti circonda non lo vede.
Puoi anche raccontare, e di argomenti ne avresti tanti, sempre che trovi chi è disposto a starti a sentire, cosa sempre più difficile, per non dire impossibile perché ormai la memoria di chi ha già vissuto le esperienze non è più un tesoro da custodire in un mondo dove ognuno vive in un microcosmo personale racchiuso in un cellulare, dove nessuno invecchia e dove è pure vietato invecchiare, chi ti ascolta?
Così entri anche tu nel mondo virtuale ma devi stare molto attento a non perderti, a non perdere la tua identità.
Poi ci sono i vecchi che non hanno anima né saggezza.
Il vecchio capo carico di saggezza è ormai quasi un personaggio fiabesco, ora ci sono capi vecchi fuori e morti dentro, le loro anime sono abissi oscuri e senza fondo, odiano la vita in ogni forma si presenti, mandano giovani a massacrare gente inerme e a farsi massacrare per esaltare la loro anima nera.
Quella è la vera vecchiaia, l’ultimo tratto di strada di una vita vuota di valori e sentimenti che non gli ha insegnato altro che il disprezzo della vita stessa.
Ma l’ultimo tratto di strada sarà tutto tuo e lo dovrai percorrere da solo.
Il modo in cui lo farai dipende solo da te.
Anche se avrai la fortuna di avere qualcuno che ti tiene la mano, che ti sta vicino, i pensieri, le domande senza risposta, le incertezze e le paure, saranno solo nella tua mente e sai che le dovrai tenere dentro di te perché, se anche le dicessi, chi ti sta intorno cercherà sempre di minimizzare, di esorcizzare scherzandoci sopra e a te non resterà altro da fare che dargli ragione, magari scuotendo un po’ la testa.
Quante volte l’abbiamo visto fare, quel movimento del capo, senza dargli nessuna importanza.
In ogni caso, anche se arriverai ad avere l’età e l’aspetto di quella vecchina affacciata alla finestra, vi riconoscerai sempre qualcun altro.
pH : letizia Ceroni