Torniamo ad occuparci del caso Leidaa
L’inchiesta di Report sul presunto cattivo utilizzo dei fondi della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente (Leidaa), associazione guidata dalla deputata Michela Brambilla, solleva interrogativi profondi sulla gestione delle organizzazioni non profit in Italia. I dettagli emersi dalla chat interna della Brambilla con i dirigenti dell’associazione suggeriscono non solo un atteggiamento sprezzante nei confronti delle accuse, ma anche una concezione distorta dell’utilizzo dei fondi destinati al sociale.
Le Spese Contestate: Un Modello di Lusso Ingiustificato
Dall’analisi della conversazione interna della Brambilla, emergono diversi punti critici:
- Auto blu a carico dell’associazione: L’utilizzo di oltre 7.500 euro per coprire le spese di trasporto della Brambilla, in veste di parlamentare, pagate da un ente non profit, è un’anomalia evidente. Le risorse delle associazioni di volontariato devono essere indirizzate agli scopi sociali e non al mantenimento di privilegi personali.
- Soggiorni di lusso: La permanenza della Brambilla presso l’Hotel Principe di Savoia, con una notte costata 3.290 euro e una cena in camera, appare un uso del tutto incoerente con la finalità di una onlus. L’argomentazione ironica secondo cui “avrebbero dovuto fare eventi alla pensione Mariuccia” dimostra una percezione elitaria e distante dalle reali necessità del Terzo Settore.
- Affitto elevato per la sede: Un canone mensile di 3.000 euro per la sede della Leidaa in pieno centro a Milano è un altro esempio di spesa discutibile. L’idea che un’organizzazione non profit debba necessariamente situarsi in una zona prestigiosa è in contrasto con la logica di ottimizzazione delle risorse a beneficio degli animali e dell’ambiente.
- Bottiglie di vino di lusso: Leidaa ha acquistato bottiglie di vino da 140 euro l’una, giustificando la scelta con l’idea che sia meglio regalare ai collaboratori un vino pregiato piuttosto che un Tavernello. Questo conferma un approccio alle finanze della onlus che sembra più orientato al prestigio personale che al bene comune.
- Spese per giardini privati: La Brambilla ha cercato di difendere l’utilizzo di fondi della Leidaa per la potatura di alberi dichiarando che si trattava di interventi necessari per il CRASS (Centro Recupero Animali Selvatici). Tuttavia, le fatture contestate risalgono al 2017 e al 2019, mentre il centro è stato inaugurato solo nel 2021, suggerendo un’incongruenza temporale difficile da giustificare.
L’Etica del Non Profit e il Pericolo di Strumentalizzazioni
Il caso Leidaa evidenzia una problematica diffusa nel Terzo Settore: la tentazione di sfruttare i vantaggi fiscali e le donazioni per fini personali. Le onlus, godendo di regimi fiscali agevolati e spesso di contributi pubblici o privati, devono garantire una trasparenza totale nella gestione dei fondi.
L’essenza del non profit sta nel reinvestire ogni risorsa nelle attività sociali, senza distribuire utili o fornire vantaggi ingiustificati ai dirigenti. Quando le risorse vengono impiegate per fini estranei alla missione dell’ente, si verifica un tradimento nei confronti dei donatori, dei volontari e della collettività che crede nel valore della solidarietà.
Il rischio più grande è quello di compromettere la fiducia nelle organizzazioni realmente impegnate nel sociale. Episodi di cattiva gestione come quello della Leidaa rischiano di alimentare diffidenza nei confronti dell’intero settore, penalizzando le migliaia di associazioni che operano in modo etico e trasparente.
Come Evitare il Cattivo Uso dei Fondi nel Non Profit?
Per prevenire situazioni simili, è necessario rafforzare i controlli e migliorare la regolamentazione del Terzo Settore:
- Maggiore trasparenza finanziaria: Ogni ente dovrebbe pubblicare bilanci chiari e accessibili, con una dettagliata rendicontazione delle spese.
- Controlli più stringenti: È fondamentale potenziare le verifiche da parte degli enti preposti (come l’Agenzia delle Entrate e il RUNTS) per identificare eventuali anomalie.
- Sanzioni per chi abusa dello status di onlus: Le organizzazioni che deviano dalla loro missione dovrebbero subire conseguenze, fino alla revoca dello status di ente del Terzo Settore.
- Educazione alla gestione etica: I dirigenti delle onlus dovrebbero essere formati su principi di gestione responsabile e sull’uso corretto delle risorse.
Conclusione: Difendere il Vero Volontariato
Il caso Leidaa rappresenta un campanello d’allarme per il Terzo Settore italiano. Se vogliamo preservare la credibilità delle associazioni non profit, è essenziale che esse siano guidate da valori autentici e non da interessi personali. Il non profit deve rimanere un pilastro di solidarietà e impegno sociale, e non trasformarsi in una scorciatoia per ottenere privilegi e benefici economici.