Di Roberto Fronzuti direttore dell’ Eco di Milano e Provincia 

Un aspetto di tasse e imposte (che è da banditi) è l’imposizione da parte di Stato, Comuni e Regioni, sugli immobili sfitti. Non pensiamo ai miliardari ma a chi, facendo sacrifici per tutta una vita, ha acquistato un appartamento, un negozio, un ufficio o un capannone da affittare, per procurarsi un reddito, una sorta di pensione. Chi si trova nella sfortunata ipotesi di aver acquistato un immobile da mettere a reddito, che nel tempo rimane sfitto, si ritrova “cornuto e mazziato”: dovrà pagare Imu e Tari. Si pensi all’assurdità della legge: la Tari dovrebbe pagarla l’inquilino, ma se i locali sono rimasti sfitti è a carico del proprietario.

Ma l’immobile chiuso, non produce rifiuti; eppure la tassa va in ogni caso pagata. È assurdo giuridico; di più: è un’ingiustizia di Stato. E non basta; se si possiede un appartamento sfitto nella stessa città dove abitate, va pagata anche l’Irpef al 50% calcolata sul reddito catastale.

In linea di principio, di civiltà giurdica, la tassazione dovrebbe riguardare il reddito e non il possesso di un immobile.
In rare eccezioni, i comuni, bontà loro, riconoscono una riduzione dell’Imu del 50% sull’appartamento, se tutte le utenze sono scollegate (acqua, luce e gas) e sempre a condizione che il cittadino sappia di questa possibilità.

Pubblichiano la lettera di un cittadino che riguarda l’argomento trattato in questo articolo.

L’assurdo sta nella mancanza di una deontologia applicabile a tutti i Comuni.
Non si può strozzare un proprietario di immobili improduttivi, solo perché un’amministrazione comunale ha fame di soldi.”

Sono poche righe, che rendono l’idea degli umori dei cittadini, che supinamente vivovo la situazione di fatto in cui ci troviamo.

 

pH Pixabay senza royalty

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.