Un ambizioso progetto sta per vedere la luce a Taranto, in Puglia, con l’obiettivo di contrastare la crescente crisi idrica che affligge la regione. Si tratta del più grande dissalatore a osmosi inversa d’Italia, un impianto all’avanguardia che si distinguerà per il suo approccio sostenibile, essendo alimentato esclusivamente da fonti rinnovabili.

Un’Opera Essenziale per la Puglia

L’iniziativa, promossa da Acquedotto Pugliese (AQP) in collaborazione con Legambiente, nasce dalla necessità di garantire l’autonomia e la resilienza idrica di un territorio particolarmente vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico. Taranto, infatti, è l’unica provincia pugliese servita da un’unica linea di approvvigionamento idrico, rendendola particolarmente esposta a crisi idriche.

Il dissalatore, previsto dal Piano d’Ambito 2020-2045 approvato dall’Autorità Idrica Pugliese (AIP), sorgerà sul fiume Tara e sarà in grado di produrre acqua potabile sufficiente per soddisfare il fabbisogno di 385.000 persone, circa un quarto della popolazione salentina.

Un Modello di Sostenibilità Energetica

L’aspetto più innovativo del progetto risiede nell’alimentazione dell’impianto, che sarà garantita al 100% da fonti rinnovabili. Nello specifico, un impianto fotovoltaico coprirà il 14% del fabbisogno energetico del dissalatore, mentre la restante parte sarà fornita tramite un contratto di fornitura elettrica verde certificata.

Questa scelta strategica non solo riduce l’impatto ambientale dell’impianto, ma lo rende anche un modello di sostenibilità energetica, in linea con gli obiettivi di transizione ecologica promossi a livello nazionale ed europeo.

Come Funzionerà il Dissalatore

La tecnologia utilizzata sarà quella dell’osmosi inversa, un processo che permette di separare il sale dall’acqua attraverso membrane semipermeabili. L’acqua salmastra del fiume Tara sarà prelevata fino a un massimo di 1.000 litri al secondo e, dopo essere stata depurata dalle impurità, sarà sottoposta al processo di osmosi inversa per ottenere acqua potabile.

Il prelievo dell’acqua dal fiume sarà consentito solo quando la portata supera i 2.000 litri al secondo, garantendo così la tutela dell’ecosistema fluviale e della biodiversità, come confermato da studi scientifici condotti da CNR, ISPRA e Politecnico di Torino. L’acqua potabile prodotta sarà poi stoccata in un serbatoio di 200.000 metri cubi.

Un Investimento a 360 Gradi per la Gestione dell’Acqua

L’iniziativa del dissalatore si inserisce in un quadro più ampio di interventi promossi da AQP per migliorare la gestione delle risorse idriche in Puglia. Oltre alla realizzazione del nuovo impianto, sono previsti investimenti significativi per il risanamento delle reti idriche e per il riuso delle acque depurate.

In particolare, sono in corso lavori su 90 chilometri di reti idriche a Taranto, per un investimento di 37 milioni di euro. Inoltre, entro il 2028, il numero di depuratori della provincia dedicati al riuso sarà portato a 16, incluso l’impianto di Gennarini.

Un Futuro più Sicuro per la Puglia

Il dissalatore di Taranto rappresenta una risposta concreta alla crisi idrica che minaccia la Puglia, un’opera necessaria per diversificare le fonti di approvvigionamento e rendere il territorio più autonomo. Grazie all’utilizzo di fonti rinnovabili e a un approccio integrato alla gestione delle risorse idriche, questo progetto innovativo contribuirà a garantire un futuro più sicuro e sostenibile per la regione.

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