Di Daniele Piro 

Ebbene si, lo confesso! Sono un cattivo tifoso! Sabato pomeriggio, dopo il primo tempo da sonno e del tutto privo di emozioni, ho spento la tv, indossato le scarpette e mi sono sparato 10 km di corsa approfittando anche di una bellissima quanto anomala giornata di sole e cielo azzurro che in Padania di questi tempi è un po’ una rarità. Questo Benevento mi sta spegnendo l’entusiasmo. Molti potranno ribattere dicendo che “la squadra non si abbandona” o che “è nei momenti del bisogno che si vede il vero tifoso” o che “è bello salire sul carro del vincitore quando va tutto bene” ecc ecc. Tutto vero. Infatti, per onestà intellettuale, applaudo con convinzione e mi tolgo il cappello davanti ai 2000 temerari che Sabato erano comunque sui gradoni dello stadio a sfidare freddo e pioggia, speranzosi di invertire un trend ormai consolidato che può intitolarsi come il programma di Jerry Scotti “Caduta libera”. Diciamocela tutta: passare da un cospicuo vantaggio in classifica ad un -7 in poco più di un mese e mezzo fa male, molto male e la cosa più brutta è che non si vedono nemmeno miglioramenti tali da indurre un po’ di speranza per il prosieguo. Sebbene sia arrivato Pazienza, la pazienza è finita. La squadra farà l’ennesimo ritiro settimanale condito da bocce cucite e silenzi stampa, ma è una cura palliativa che non cancella quanto NON fatto per apportare i dovuti correttivi ad una squadra ormai incapace di avere una propria identità. La cosa che più mi fa sorridere è leggere i tanti commenti sui social di quanti non riescono a credere ad una tale involuzione nel cosi breve lasso di tempo. Provocatoriamente vorrei dire che non dovrebbero però crucciarsi per quanto sta accadendo visto che la Società, per bocca del suo patron, ha candidamente dichiarato che “la Serie C è il vero calcio, passionale e sanguigno”, facendo cadere le braccia a chi, come me, ha visto in questa dichiarazione una resa , o meglio, una mancanza di obiettivi più alti che dichiaratamente non si vogliono raggiungere. E’ quantomeno strano che chi ha sempre detto di crederci, di sognare, di non ammainare bandiere, o di non voler solo partecipare per il gusto di farlo, poi si lasci andare ad una dichiarazione così spiazzante e priva di ambizioni. Continueremo con la favoletta dei progetti triennali che continueranno a rimanere triennali nel tempo, visto che ogni anno si cambia ed il progetto riparte da zero. Il disamore forse nasce anche dalla mancanza di sogni ed aspettative o dalla prospettiva di dover rimanere nella terza serie a lungo. Qualcuno scrive che questa è la nostra dimensione e tutto sommato, per bacino di utenza, realtà economica del territorio e presenze allo stadio potrei pure essere d’accordo, ma avendo visto di cosa è capace il Presidente, forte anche delle sue disponibilità economiche, quel “in fondo la Serie C è il campionato divertente” sa tanto di resa che mal si sposa con le aspettative di una tifoseria che desidererebbe qualcosa in più. Carli si è assunto la responsabilità si alcune scelte, tireremo le somme a fine anno. Se la prospettiva è quella di un anonimo campionato da sesto/settimo posto con il fumo degli occhi di partecipare ai play off dichiarando di essere in linea con gli obiettivi e di aver fatto un campionato competitivo, faccio notare che si andrà ai play off solo perchè vi parteciperanno le prime dieci squadre del girone; troveremo di sicuro avversarie di tutto rispetto che si sono nel frattempo rafforzate, per cui un campionato simile, dal mio punto di vista, tutto sarà tranne che spettacolare o da ricordare negli annali. Adesso sotto con l’ennesimo ritiro che suona più come un rintocco funereo delle campane di una chiesa, piuttosto che linfa rivitalizzante di un gruppo che ha smarrito se stesso, in cui ognuno gioca solo per gloria personale. Ma forse pretendiamo troppo visto che si è detto anche che ci siamo siamo imborghesiti. Potrebbe anche essere se si preferisce spegnere la tv preferendo una sana corsa, come è accaduto al sottoscritto. La verità è che il tifo resta, ma i sogni infranti sono duri da digerire. In fondo il calcio non è il mio pane quotidiano; ci sono altre cose che nella vita concorrono a riempire la giornata. Piuttosto mi e vi farei la domanda inversa, ovvero: quanto può essere deluso, amareggiato, “spento” un tifoso diventato apatico al punto da preferire del sano jogging piuttosto che continuare ad assistere a simili spettacoli?
Sempre forza Benevento, con la sicurezza che “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”….ma con la consapevolezza di sapere bastava poco per continuare a sognare in grande…..

Scugnizzo69

pH : Rosario Luongo

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