Di Brunello Pezza 

E’ stata l’ideale guida della gioventù di moltissimi tra noi ed anche oltre la gioventù.

La meta da raggiungere, l’obiettivo da conseguire, il motivo per cui spendersi. Dal greco demos e kratos : potere del popolo.

Cosa c’è di più giusto?

Ancora oggi il pronunciarla porta nell’anima e nella mente una sensazione di bellezza e pulizia, di primavera della politica, ricordate la “primavera di Praga”? Proprio così…

Ci siamo spesi per diffonderla, difenderla, spiegarla. Ma abbiamo sempre pensato che la democrazia avesse solo nemici esterni a lei: dottrine dichiaratamente ed esplicitamente antidemocratiche con chiari riferimenti a dittature più o meno militari ma comunque dominate dal concetto che il popolo dovesse solo subire le decisioni di una classe sociale od addirittura di un politico che non doveva chiedere il consenso di nessuno. Uno che avesse il potere perché lo aveva rubato!
Non ci siamo accorti però, da cattivi difensori della democrazia, che la stessa poteva soffrire ed ammalarsi anche per una “degenerazione” interna al sistema, direbbero i medici per una “malattia metabolica” che e’ molto più subdola e devastante di un “attacco dall’esterno” di una infezione direbbero i medici di cui prima.

Proviamo a ragionare insieme: potere del popolo o al popolo significa che il popolo comanda e decide, in che modo? Attraverso il voto e la scelta di “rappresentanti” , questa è la democrazia rappresentativa.

Ma un popolo non è un “elemento” sano per definizione e in assoluto. Il popolo è cosa viva e quindi in continua trasformazione e come tale risente degli input esterni e dei condizionamenti che possono trasformarlo dal suo interno, nella sua sostanza. Ergo la democrazia espressa da un popolo ha la qualità del popolo che la esprime! Già tanti anni fa il nostro più grande ed amato Presidente Sandro Pertini diceva che un popolo per esprimere bene la sua democrazia doveva essere libero, e per essere libero intendeva anche libero da costrizioni esterne: la povertà, la necessità assoluta, il diritto alla salute dovevano essere assolutamente garantiti ad esso e la loro eventuale carenza diventava obbligo e condizionamento che trasformano la qualità della democrazia espressa dal popolo.

In sintesi la qualità della democrazia espressa da un popolo dipende dalla qualità di quel popolo. E abbiamo visto che un popolo si può ammalare così come si ammala un individuo. Partendo da questo concetto non è facile immaginare che qualcuno abbia tutto l’interesse a far “ammalare” un popolo per poterlo asservire, comandare, per generare una specie di dittatura “scelta” dal popolo che non è in grado di autogestirsi.

Sia chiaro che io ritengo in modo assoluto la democrazia un passaggio obbligato !! Ma non penso che conquistarla sia sufficiente. Come dicono sempre quei medici un po’ pignoli la democrazia è condizione indispensabile ma non sufficiente.

Se è vero come è vero che la democrazia ha la qualità del popolo che la esprime allora il compito di chi la vive e la propugna e’ quello di preservarne una buona qualità! Come? Educando il popolo ai criteri di corretta autogestione, diffondendo la cultura della pace, della eguaglianza e della reciproca assistenza, diffondendo l’idea che a lungo andare il benessere dell’individuo non può che essere il benessere di tutta la società altrimenti non è benessere ma privilegio.
Voglio dire che una volta conseguita la democrazia come libera espressione del proprio voto sarebbe stato necessario coltivare la mente e l’animo del popolo alla corretta autogestione attraverso la scuola e attraverso i media con un lavoro intenso a capillare.

Tanti tanti anni fa, quando i
media erano strumenti di cultura e non sistemi raffinati di condizionamento mentale per vendere prodotti, tanti anni fa dicevo si era iniziato un buon lavoro in questo senso. Ricordate i tempi di “non è mai troppo tardi” ?

Ma da oltre trent’anni anche i nemici della democrazia hanno capito tutto ciò e hanno iniziato un lento e costante lavoro di “demolizione” della capacità di intendere e di volere del popolo a partire dai media e passando alla scuola, gli obiettivi ambiti dal popolo sono stati lentamente cambiati e senza accorgercene siamo tornati quasi dovunque al “panem et circenses” di romana imperiale memoria. La tv elargisce circenses a tutto spiano, la scuola e’ diventata un “diplomificio” che non garantisce neanche il lavoro, il lavoro e’ spesso una “elargizione”’del potente di turno. E seguendo questa strada siamo arrivati alla disgustosa compravendita di voti davanti ai seggi elettorali e a simili aberrazioni. Ma
Intanto continuiamo a chiamarla
Democrazia sia noi che i nemici del popolo che si vantano di averela conquistata (comprata?) attraverso il consenso popolare.

Se vogliamo davvero “ripartire” dobbiamo curare e poi preservare questa democrazia malata.

 

pH Pixabay senza royalty

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