Di Brunello Pezza 

Dal 1700 fino alla metà del 1900 abbiamo vissuto una lunga e terribile lotta per il recupero e la affermazione del valore di ogni singolo essere umano a partire dalla condizione di pura e semplice forza lavoro fino all’obiettivo di essere individui pensanti con diritti insieme ai doveri.Poi nel giro di pochi decenni siamo tornati indietro, da cittadini siamo ridiventati null’altro che consumatori entità che hanno un valore solo se hanno soldi da spendere e quindi è necessario orientarne le loro menti per indurli a spendere nel modo più redditizio per i padroni, condizionarne quindi le necessità. Ma negli ultimi tre decenni abbiamo fatto un altro passo indietro: non basta più dominare completamente le scelte di carattere commerciale, bisogna annullare la capacità di decidere, di desiderare, di sentirsi niente più che oggetti in balia delle scelte di pochi potentissimi oligarchi. Ci stanno sottraendo non solo la facoltà di pensare ma la stessa capacità di farlo. Siamo tornati all’analfabetismo (anche se funzionale) e con il consenso della nostra inerzia ci toglieranno anche il diritto di voto, e qualcuno dirà che così è più comodo, la “gioia” del
nulla, sarà più totale. Teniamo la lampada accesa sotto il moggio.

 

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