Oggi in aula, la ministra del Turismo Daniela Santanchè ha sfoggiato una difesa che ha ben poco a che fare con i fatti concreti e molto con la retorica stantia di una politica che continua a rifugiarsi dietro slogan e attacchi preconfezionati. Di fronte a una mozione di sfiducia fondata su questioni gravi—dai presunti bilanci falsi delle sue società ai documenti ritenuti irregolari per ottenere i contributi Covid—Santanchè ha scelto di spostare il discorso su un piano personale, dipingendosi come vittima della sinistra, che a suo dire l’attaccherebbe perché contraria alla ricchezza, alla sua bellezza e persino ai suoi tacchi.

Una strategia difensiva a dir poco surreale. Chi governa non può stare al di sopra della legge, eppure la ministra sembra voler sfuggire alle proprie responsabilità ribaltando la narrazione: non sarebbe sotto accusa per le ombre sulle sue attività imprenditoriali, bensì per il fastidio ideologico che la sinistra proverebbe nei confronti di una donna di successo, curata e in forma. Un copione vecchio e fuori luogo, che nulla dice sulla sostanza delle accuse e nulla risponde alle reali questioni poste dall’opposizione.

Nel suo intervento, Elly Schlein ha colpito nel segno denunciando l’imbarazzo di un governo che continua a far finta di nulla, con una premier Giorgia Meloni che preferisce il silenzio pur di non intervenire contro una sua ministra. Non si tratta di un processo giudiziario, ma di opportunità politica, e su questo piano il centrodestra ha scelto di chiudere gli occhi.

Santanchè si aggrappa alla poltrona con una tenacia che stride con l’etica istituzionale, mentre il governo difende l’indifendibile con la solita logica tribale, nella quale la lealtà politica viene prima della responsabilità verso i cittadini. Il vero tema qui non è il successo personale di Santanchè, né il suo aspetto fisico, ma una questione più grande: chi ha ruoli di governo deve rispondere del proprio operato e garantire la trasparenza delle istituzioni. Continuare a sfuggire a questo principio significa minare la credibilità dell’intero esecutivo.

Inoltre, il governo ha annullato un consiglio dei ministri contro il caro bollette, lasciando i cittadini italiani nella preoccupazione. La vera domanda è se Giorgia Meloni riuscirà a trovare i fondi necessari per alleviare il peso delle bollette sulle famiglie italiane, mentre la ministra del Turismo si preoccupa solo dei suoi tacchi.

Questo episodio solleva una questione fondamentale: dove sono finiti i principi di legalità e il controllo di legalità in Italia? Chi governa non può stare sopra la legge, e la difesa di Santanché in aula oggi rappresenta una macchia sull’integrità delle istituzioni italiane

Il direttore Responsabile
Daniela Piesco

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