Un’aula magna gremita, studenti attenti e un dibattito intenso e toccante: così si è svolto il convegno “Specchi riflessi. I giovani e i disturbi dell’alimentazione”, organizzato nell’ambito dell’11ª edizione di Libriamoci. Giornate di lettura nelle scuole presso l’Istituto Alberti, nella sede di via Calandra. Un evento nato con l’obiettivo di sensibilizzare e promuovere la prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare, tematica sempre più rilevante tra i giovani.
L’iniziativa è stata curata dal gruppo di lettura dell’Istituto “Crescere con le storie”, guidato dalla referente Angela Ilenia Adamo, e ha preso spunto dalla lettura di alcuni brani tratti dal romanzo Incorporea di Benedetta Bonfiglioli. A moderare il dibattito con grande maestria è stata la professoressa Antonietta Tiso, che ha saputo dare ritmo e profondità alla discussione, coinvolgendo gli studenti in riflessioni significative.
L’evento ha visto la partecipazione di ospiti d’eccezione, tra cui l’assessora Antonella Tartaglia Polcini e la psicologa e psicoterapeuta Benedetta Furno. Proprio l’assessora Tartaglia Polcini, rivolgendosi agli studenti, li ha spronati a trovare la loro strada attraverso il talento e la determinazione: «Trovate quella monetina luccicante che sembra illuminare la vostra strada e perseguitela con coraggio». Dopo questo messaggio ispiratore, Tartaglia Polcini ha letto con grande intensità alcuni passaggi del romanzo Incorporea, ripercorrendo il doloroso viaggio della protagonista Jude, una quattordicenne che, a seguito della perdita del padre, sceglie di scomparire, smettendo di nutrirsi fino a sfiorare la morte. Un percorso difficile ma anche di rinascita, che la porterà a ritrovare la strada verso la vita.
La professoressa Antonietta Tiso ha poi esposto la sinossi del libro, riuscendo a toccare le corde più profonde dell’animo degli studenti, molti dei quali si sono lasciati coinvolgere emotivamente dal tema. «Bisogna nutrire l’anima», ha sottolineato, ribadendo quanto sia fondamentale ascoltare le proprie emozioni e non soffocarle nel silenzio né, come sottolinea l’autrice, lasciarsi scivolare nel «fango sensoriale», nella «anestesia emotiva» che condanna i ragazzi e le ragazze a una solitudine siderale. É ai «sommersi» che la professoressa si rivolge alla fine del suo intervento, affinché escano dall’ombra.
La referente del progetto, Angela Ilenia Adamo, ha posto poi l’accento sul valore della lettura come strumento di trasformazione e crescita personale. «L’incontro con le storie ci connette con noi stessi e con ciò che ci circonda. I libri sono finestre sul mondo e specchi riflessi su se stessi, capaci di offrire risposte o di generare domande sulla propria identità e sul rapporto con la società». Un concetto potente, che ha trovato riscontro nell’esperienza diretta degli studenti, molti dei quali si sono riconosciuti nelle vicende narrate nel romanzo, trovando spunti di riflessione sulla propria interiorità.
A dare un ulteriore contributo alla discussione è stata la professoressa Annarita Venditti, che ha messo in luce come i disturbi alimentari spesso riflettano un disagio interiore più profondo, che si manifesta anche tra i banchi di scuola. L’anoressia, la bulimia e altri disordini non sono solo problemi legati al corpo, ma veri e propri segnali di sofferenza psicologica che meritano ascolto e attenzione.
Ad animare la parte interattiva del convegno, la psicologa e psicoterapeuta Benedetta Furno, che ha offerto una panoramica dettagliata sulle diverse patologie legate ai disturbi alimentari, dall’anoressia e bulimia nervosa al binge eating, fino alla bigoressia e all’ortoressia. Ma il fulcro del suo intervento è stato l’approfondimento del legame tra i disturbi alimentari e il trauma psicologico, sottolineando come eventi dolorosi o difficoltà emotive possano innescare comportamenti autodistruttivi ed egodistonici legati al cibo.
Molte le domande poste dagli studenti, segno di un coinvolgimento reale e di una necessità di confronto su un tema tanto delicato quanto attuale. Il rapporto tra i social e l’insorgenza dei disturbi, il contrasto tra l’apparire e l’essere, tra un corpo che cambia e perde appunto la sua corporeità per diventare il problema sono solo alcune delle tematiche sollevate dai ragazzi, interessati anche a sapere come agire se riconoscono in un amico o amica i segni di un disturbo. E le soluzioni – questo uno dei temi ricorrenti del convegno – è possibile trovarle soltanto insieme.
Chi è affetto da disordine alimentare non riesce a rendersi conto del miracolo che ha davanti a sé ogni volta che respira, cammina, apre e chiude gli occhi. Tutto ciò che vede guardando il corpo è l’estetica, di cui parla Rupi Kaur (sì, perché non solo la prosa ma anche la poesia ha trovato il suo canale per arrivare alla platea!) l’apparenza, distorta in negativo da pensieri tristi e dolorosi.
E sono stati i giovani i veri protagonisti in questa storia di guarigione perché hanno saputo trovare il coraggio di prendersi lo spazio che meritano e se a farlo sono stati Francesca, Chiara e Marco, che con voce e chitarra hanno segnato i momenti più emotivi del convegno, significa che la scuola, le Istituzioni, le famiglie possono cambiarlo questo mondo! L’incontro ha lasciato un segno profondo nei partecipanti, offrendo non solo informazioni e spunti di riflessione, ma anche un messaggio di speranza: i disturbi alimentari non devono essere un destino ineluttabile, ma un problema da affrontare e superare con il giusto supporto. Un convegno che ha saputo unire letteratura, musica, psicologia e vita reale, dimostrando ancora una volta quanto i libri possano essere strumenti di crescita e consapevolezza.
Perché i ragazzi non siano più specchi deformati, ma finalmente specchi riflessi.