No ai totalitarismi

L’ editoriale del Direttore dell’ Eco di Milano e Provincia Roberto Fronzuti

Negli anni ’30, sulla scena europea c’erano Stalin, Hitler e Mussolini; tre dittatori. Il solo pensare a quei momenti fa venire i brividi; ma purtroppo le epoche ritornano. Dopo 80 anni di pace, e decenni di crescita del numero di nazioni che possano dirsi democratiche, pesa sull’intero Pianeta il ritorno ai totalitarismi. Alla dittatura al potere in Cina e Russia, si aggiunge la statunitense; gli Usa, dopo la recente elezione del nuovo presidente “spacca tutto” sono passati sul fronte dei dittatori.
Per trovare un precedente paragonabile all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, bisogna andare indietro con l’orologio della storia al 1939, quando Hitler, da un giorno all’altro, si prese la Polonia, con i Paesi europei (Francia e Inghilterra) che rimasero a guardare e con la complicità di Mussolini. La storia si ripete, in presenza di un’Europa titubante, che ha dato degli aiuti all’Ucraina, che non sono bastati, di fronte alle risorse a disposizione di Putin. Zelensky ha bisogno di mezzi in grado di contrastare l’esercito russo, ma ha anche bisogno di uomini, avendone persi a decine di migliaia, in questa guerra ingiustificata, scatenata da Putin che, in preda al delirio di onnipotenza, vuole ricostruire l’impero zarista, e cerca di riprendersi tutti i territori dell’ex Unione Sovietica.

La Cina è sorniona; il presidente XiJinping rimane prudente e pensa solo agli interessi di casa propria; russi e ucraini si possono continuare a scannare, lui rimane impassibile. L’aspetto più incredibile è che Trump vuole risolvere il conflitto che riguarda L’Ucraina, senza l’Ucraina; è un comportamento a dir poco immorale; ma parlare di moralità con un presidente Usa condannato per frode fiscale, bancarotta, stupro, tentativo di colpo di stato con l’assalto da lui spalleggiato del Parlamento americano, è un eufemismo. In Italia, il fascismo quando voleva delegittimare un uomo di cultura, un sindacalista o l’avversario di turno, la prima voce che il regime faceva circolare, è che il professore, avesse l’amante.

Se l’espediente non funzionava, facevano in modo di fargli perdere il posto di lavoro; se si trattava di un imprenditore si adoperavano perché fallisse.
Se era un politico, si ricorreva alle bastonate; proprio così, il deputato Giovanni Amendola morì a seguito di due aggressioni. E poi Giacomo Matteotti; i fratelli Rosselli andarono a scovarli e assassinarli a Parigi. Con il presidente Ucraino, fino a ieri considerato una figura specchiata, un uomo onesto che si batte in difesa della sua patria, i cosiddetti sovranisti hanno iniziato a rovesciargli addosso una valanga di fango, con accuse di corruzione ed altro, per delegittimarlo ed escluderlo dalle trattative, giocando una partita fra Putin e Trump, portando successivamente le carte da firmare a Zelensky. Tutto questo è immorale e non dovrebbe accadere; se una trattativa per la pace ci sarà, l’Ucraina dovrebbe sedere con pari diritti della Russia, al tavolo dove si discuterà delle condizioni per il cessate il fuoco.
Riguardo all’Italia ha lasciato gli osservatori stupefatti l’atteggiamento di Giuseppe Conte contrario all’Ucraina.

Forse, il “Giuseppi” di trumpiana memoria, vuole conservare la benevolenza del presidente Usa; magari anche l’appellativo di “Giuseppi” datogli da Trump. Staremo a vedere cosa farà Giorgia Meloni, che non ha mai fatto mancare il suo appoggio al presidente Ucraino. Rimarrà coerente e continuerà ad aiutare gli Ucraini; oppure si andrà anche lei ad appiattire sulle posizioni trumpiane?

 

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