Di Franco Luceri 

Ho condiviso questo scritto dalla pagina Facebook di un amico, ma non conosce l’autore, lo ha trovato sul web.
Alcuni lo considerano iperbolico, esagerato, altri ridicolo e falso. Vi prego di leggerlo perché è davvero illuminante. È mille volte migliore del mio commento che troverete alla fine.

La “Teoria del Cavallo Morto” è una metafora usata per illustrare la tendenza di organizzazioni, team o individui a persistere con strategie, progetti o processi inefficaci, anche quando sono chiaramente falliti o non più sostenibili.

Il concetto deriva da un proverbio dei nativi americani che afferma:

“Quando scopri che stai cavalcando un cavallo morto, la strategia migliore è smontare”.

Invece di accettare la realtà e andare avanti, molte organizzazioni optano per strategie alternative per affrontare il “cavallo morto”. Questi approcci spesso evidenziano inefficienze e priorità mal riposte, come ad esempio:

1. Acquistare una frusta più forte – Investire in strumenti o metodi per forzare la produttività da un processo inefficace.

2. Cambio del pilota – Sostituzione di membri del team o leader senza affrontare il problema principale.

3. Minacciare il cavallo – Applicare pressioni o incentivi irrilevanti per il problema.

4. Formare un comitato – Sprecare risorse per analizzare o giustificare la strategia fallimentare.

5. Benchmarking di altre organizzazioni – Studiare come gli altri affrontano fallimenti simili, invece di risolvere la causa principale.

6. Abbassamento degli standard – Adeguamento dei parametri di riferimento per adeguarli alle prestazioni insufficienti.

7. Rinominare il cavallo morto – Inquadrare il fallimento come una sfida minore o un successo incompreso.

8. Assunzione di consulenti esterni – Coinvolgere estranei per gestire o giustificare il fallimento del sistema.

9. Promuovere la competizione tra cavalli morti – Incoraggiare i confronti per mascherare l’inefficienza.

10. Sviluppare un programma di formazione – Spendere tempo e risorse per “migliorare” ciò che è intrinsecamente difettoso.

11. Adeguamento delle metriche di produttività – Modificare le definizioni di successo in modo che corrispondano a risultati scadenti.

12. Evidenziare i risparmi sui costi – Giustificare il fallimento sottolineando vantaggi minori, come la riduzione dei costi di manutenzione.

La “Dead Horse Theory” serve come monito per valutare e lasciar andare gli sforzi non vitali piuttosto che raddoppiare il fallimento, consentendo alle organizzazioni di allocare le proprie risorse in modo efficace e perseguire strategie che producano risultati autentici.
(dal web)
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Qua sono elencate tutte le strategie dei potenti del mondo per spacciare il “nuovo” come migliore del “vecchio”, ma finendo per passare da un fallimento ad una catastrofe, da una truffa a un genocidio.
Tutta la cultura, la politica e la finanza mondiale sono consequenziali alla “geniale” Teoria del Cavallo Morto.
Tant’è che decine di millenni di cultura e quattro secoli di scienza non ci hanno ancora chiarito se Dio ha affidato il Creato all’uomo o l’uomo al Creato.
Perché se il mondo lo abbiamo da servi e non da padroni, aspirare al libero arbitrio e all’autodeterminazione è roba da matti, è puro delirio di onnipotenza.
Noi umani non siamo liberi di AGIRE manco per grattarci il naso, dovendo REAGIRE h24 a tre bisogni ineludibili e incancellabili a cui ci ha condannato la natura: RESPIRARE-BERE-MANGIARE.
Provate a non soddisfare questi tre bisogni primari e correrete ad aspettarmi nel mondo dei più.
Le auto volanti di nuova produzione e i viaggi turistici interplanetari progettati da Elon Musk a prezzi “modici”, secondo voi quanto ci azzeccano, se a questo mondo i potenti non riescono ancora a cavare un ragno dal buco?
Io credo che sia meno idiota partite da Roma in sella al “Cavallo Morto”, attraversare l’Atlantico, e approdare a New York asciutti e rilassati, che affidarsi alla perfezione della scienza, politica e progresso attuale, anche solo per cavarsi un dente già cavato.
La cultura e il potere umano quanto a razionalità sono ben oltre il manicomio criminale d’Aversa. A livello planetario, i saggi e i potenti delle primissime potenze mondiali promettono democrazia, giustizia, umanità, solidarietà, ma restituiscono disoccupazione, fame, malattie, guerre e genocidi che emulano il nazismo e sono sbandierati h24 come la migliore esportazione di democrazia a cannonate.
E ci sono persino gli applausi, per questo schifo di cultura, politica e mercato mondiale, che continua a rimanere in sella di un cavallo putrefatto e in corsa finta.

pH creata con IA

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