Il carnevale! La festa dei bambini, ma anche dei grandi che vogliono dimenticare i problemi quotidiani anche se solo per un giorno.
Evviva la fantasia e la creatività che, anche nel mondo di oggi dove trovi tutto già pronto, sono componenti fondamentali per la riuscita di questa festa.
A quanto pare, il “travestimento” risale ad una festa egizia in onore della dea Iside, durante la quale erano presenti gruppi mascherati, usanza importata anche nell’impero romano.
La festa nacque come pagana, trae infatti le proprie origini dai Saturnali della Roma antica o dalle feste dionisiache del periodo classico greco.
Il proverbio associato al carnevale, derivato dall’ antico detto latino
“semel in anno licet insanire” : una volta l’anno è lecito impazzire, rispecchia perfettamente lo spirito di questa festa.
Riguardo alla festa legata alla religione cristiana, la parola “carnevale” deriva dal latino “carnem levare”, ovvero, eliminare la carne perché anticamente indicava il banchetto che si teneva il martedì grasso, ultimo giorno prima della quaresima, quando a nessuno era concesso mangiare carne ( riferito naturalmente a chi se la poteva permettere) la festa comunque inizia il giovedì prima (giovedì grasso)
Ma ora torniamo alla festa.
In Italia è molto sentita e praticata e ogni regione ha la sua maschera particolare, anzi, per essere più precisi le sue maschere, ce ne sono una quantità infinita legate a usi e tradizioni di ogni territorio.
Ora ci sono altre maschere legate a vari personaggi di fiabe, fumetti e spettacoli televisivi e cinematografici, di conseguenza, quelle classiche della tradizione sono passate un po’ in secondo piano in ogni caso, la fantasia e la creatività, come detto prima, la fanno da padrone, l’importante è divertirsi e scordare i pensieri.
Ci sono manifestazioni carnevalesche diventate famose come la sfilata dei carri di Viareggio, dove solitamente si mettono alla berlina personaggi per lo più politici con gigantesche raffigurazioni ironiche e cortei al seguito colorati e chiassosi.
Il carnevale di Venezia, con le sue maschere stupende, affascinanti e misteriose ispirate ai costumi d’epoca, più che altro settecentesca, è come se si ritornasse indietro nel tempo, in un fruscio di lunghi abiti ed eleganza.
Ad Ivrea, c’è la battaglia delle arance, naturalmente vengono usati frutti non adatti al consumo alimentare.
Ma niente paura, per non venir preso di mira, basta indossare un berretto frigio rosso e……. Sperare che non ci siano in giro daltonici dalla mira scarsa..
Sembra strano ma la regione con il maggior numero di tradizioni riguardanti il carnevale, è la Sardegna.
La manifestazione più famosa è la Sartiglia di Oristano, una “giostra” dove cavalieri con maschere androgine e abiti pittoreschi, cavalcando al galoppo devono infilare con la spada una stella con un foro al centro, appesa ad una fune tesa da un lato all’altro della strada.
La corsa è preceduta da un rituale che consiste nella vestizione di “Su Componodori”, figura rappresentativa e propiziatoria.
Una volta vestito da alcune donne (l’abito gli viene praticamente cucito addosso) dal palco sale in sella al suo cavallo e non dovrà toccare terra fino alla fine della manifestazione.
Per aprire questa festa, Su Componidori cavalcherà lungo il percorso benedicendo gli astanti agitando uno “scettro” composto da due mazzi di violette.
Dopo la corsa alla stella, scendono le “pariglie” : gruppi di due o tre cavalieri che corrono affiancati eseguendo ardite acrobazie…. Inutile dire che è la mia manifestazione preferita.
A Mamoiada, c’è la tradizionale sfilata dei “Mamuthones”, uomini che indossano pellicce di pecora nera, maschere lignee anch’esse nere richiamanti sculture tribali antiche e tenute ferme da un fazzoletto legato sotto al mento, sulla schiena portano dei campanacci di varie dimensioni legati saldamente da cinghie di cuoio (peso 20-25 kg circa) mentre davanti hanno grappoli di campanelle.
Camminano su due file ai lati della strada ed ogni tanto si fermano per eseguire salti ritmici, le figure chiamate “Issohadores” hanno un abbigliamento molto più leggero e pittoresco, camminano al centro del corteo e scandiscono il tempo delle “fermate” a intervalli regolari.
In altri paesi, ci sono sempre maschere tribali fatte con pelli di pecora e maschere richiamanti animali da cacciagione. ma non sono conosciute come quelle sopra citate.
Ma il carnevale più bello, è sempre quello dei ragazzi, che escono in gruppo con travestimenti fatti di abiti vecchi e accessori strani e per i quali, il carnevale è solo divertimento.
Piogge di coriandoli!
Ma cosa usavano quando ancora non c’erano quelli di carta?
Lo dice il nome stesso, infatti usavano coprire di zucchero i semi di coriandolo e gettarli a manciate nei matrimoni e nei giorni di carnevale, appunto, quelli però si potevano mangiare mentre quelli di carta credo che siano piuttosto indigesti.
Più tardi vennero utilizzate palline di gesso colorate, fu nel 1875 che vennero “inventati” i coriandoli di carta.
L’idea venne dal poter riciclare i dischetti di carta che erano lo scarto del traforo della carta usata nell’allevamento dei bachi da seta, evidentemente, dopo un attimo di stupore, la cosa piacque e così i coriandoli di carta entrarono nella tradizione.
E dei dolci ne vogliamo parlare?
In tutta Italia, dal nord al sud, con nomi e forme differenti, la parola d’ordine è “fritto”!
Gli impasti sono praticamente uguali, una volta, per friggere, veniva usato lo strutto e in alcuni luoghi viene usato ancora, ora si usa l’olio ma il risultato è sempre lo stesso : un odorino di fritto che dura per un paio di giorni almeno ma…. Vuoi mettere la bontà di questi dolci?
Voglio però chiudere con un pensiero rivolto a quei bambini che non conoscono e non conosceranno mai l’allegria e la spensieratezza di un giorno in maschera.
W il carnevale.
pH : Letizia Ceroni