Milano, 5 mar. (Adnkronos) – L’operato dei quattro indagati integra e si inserisce in “un ‘sistema’ di elevata pericolosità e incidenza sociale, fondato sul falso e sull’esercizio arbitrario delle funzioni pubbliche, dal quale incessantemente da anni scaturiscono approvazioni e realizzazioni di interventi edilizi illegittimi, di grave impatto: lottizzazioni abusive cosparse sul territorio, che stravolgono le zone interessate e sottraggono standard (soprattutto verde e parcheggi), assistite da fasulli titoli edilizi formati al di fuori del controllo di legge da parte degli organi comunali preposti”. E’ quanto emerge nell’ordinanza di quasi 260 pagine firmata dal giudice per le indagini preliminari di Milano Mattia Fiorentini che ha portato ai domiciliari con l’accusa di corruzione, falso e depistaggio l’architetto Giovanni Oggioni.
Il provvedimento riguarda oltre l’ex vicepresidente della Commissione paesaggio del Comune di Milano, anche Andrea Viaroli ex dirigente dello Sportello unico per l’edilizia (Sue), Carla Barone ex dirigente dell’unità Sue di Palazzo Marino e Marco Emilio Cerri ex componente della commissione del paesaggio per i quali la procura (pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici) ha chiesto la misure interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio e del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale e imprenditoriale. Un sistema che, a dire del giudice, “continua ad aggravare il danno per la comunità già avutosi, anche in termini di sottrazione di spazi pubblici, di dotazione di servizi e di oneri effettivamente dovuti al Comune”.
Per il gip esiste la “pressoché certezza” che Oggioni, laddove non sottoposto a misura cautelare, “possa continuare a lucrare sul sistema illecito da lui promosso e cavalcato”, tenendo presente anche che ha ‘distrutto’ delle prove sequestrate (ha cancellato i documenti nell’account) mostrando una “spregiudicata condotta e l’assenza in lui di alcun freno inibitorio”. Un inquinamento probatorio che sussiste anche per Cerri, il quale – risulta dimostrato dagli atti racconti dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano – “ha potuto partecipare alla stesura e veicolare direttamente e personalmente il testo degli emendamenti della legge Salva Milano nell’aula della Camera dei deputati in Parlamento”.
