Il recente pronunciamento della Corte di Cassazione sul caso Diciotti ha scatenato un’ondata di indignazione da parte della destra italiana, che non ha perso occasione per attaccare pesantemente la magistratura. Secondo la loro narrazione distorta, lo Stato italiano starebbe risarcendo i migranti entrati illegalmente, penalizzando i cittadini onesti che pagano le tasse. Ma la realtà è ben diversa: il risarcimento è dovuto non per la condizione di migrante, ma perché queste persone sono state sequestrate illegalmente per nove giorni su una nave italiana, in condizioni disumane.
A infiammare il dibattito sono stati soprattutto gli insulti e gli attacchi provenienti dall’area sovranista, con esponenti di spicco della destra che hanno definito la sentenza “una vergogna”, “un sopruso”, “una sentenza contro gli italiani”, insinuando addirittura che la magistratura agisca contro gli interessi del Paese. Un attacco frontale all’indipendenza della giustizia, in perfetto stile populista: quando una sentenza non piace, la si delegittima, si insulta chi l’ha pronunciata e si urla al complotto.
Chi ha creato il problema?
Nel 2018, sotto il primo governo Conte, con Matteo Salvini come Ministro dell’Interno, l’Italia decise di bloccare la nave della Guardia Costiera Diciotti impedendo per nove giorni lo sbarco dei migranti soccorsi. Il risultato? Decine di persone trattenute a bordo senza base legale, sotto temperature proibitive e senza adeguata assistenza.
Oggi, la Cassazione ha ribadito che quello fu un atto illegale. E ora, paradossalmente, chi nel 2018 ha creato il danno, oggi si lamenta perché lo Stato deve pagare per le sue scelte. Chi attacca i giudici dovrebbe piuttosto prendersela con chi ha portato avanti una politica di propaganda a spese della legalità e dei diritti umani.
Un risarcimento per un abuso, non un premio ai migranti
Uno dei principali argomenti della propaganda sovranista è che il risarcimento sarebbe una ricompensa per l’immigrazione clandestina. Falso. Il diritto del mare e la normativa internazionale impongono l’obbligo di soccorso e di sbarco in un porto sicuro. Il problema non era lo sbarco in sé, ma il sequestro di persona attuato dal governo italiano.
Se un cittadino italiano fosse stato trattenuto contro la sua volontà, senza motivo legale, per nove giorni a 50 gradi su una nave militare, non avrebbe forse diritto a un risarcimento? O il rispetto della legge vale solo quando fa comodo alla propaganda?
Gli insulti della destra alla Cassazione: la solita strategia del nemico interno
Il punto più grave di questa vicenda non è solo la mistificazione della realtà, ma l’ennesimo attacco frontale della destra alla magistratura. Da giorni esponenti politici e opinionisti vicini a Lega e Fratelli d’Italia stanno bombardando la Cassazione con insulti, accuse di complicità con le ONG e teorie del complotto.
Si è arrivati a definire la sentenza “un favore ai trafficanti di esseri umani”, insinuando che la magistratura sia schierata con l’immigrazione clandestina piuttosto che con gli italiani. Una narrazione pericolosa che mina alla base il principio della separazione dei poteri e che rientra perfettamente nello schema del populismo giudiziario: quando una sentenza non piace, si delegittimano i giudici e si alimenta il sospetto che la giustizia sia “di parte”.
Ma se la magistratura avesse deciso diversamente, gli stessi che oggi gridano allo scandalo avrebbero applaudito. Dunque la giustizia è giusta solo quando fa comodo?
Salvini festeggia: più populismo per tutti
La sentenza della Cassazione offre a Matteo Salvini l’ennesimo assist per fare propaganda. Il leader della Lega, già assolto in sede penale per il caso Open Arms, può ora rafforzare il suo racconto del “sistema contro di lui” e rilanciare la sua solita retorica: “Io difendevo i confini, i giudici invece premiano i clandestini”. Un discorso perfetto per la sua base elettorale, che ignora volutamente la realtà dei fatti.
Ma nel frattempo, mentre Salvini tuona contro i giudici, il governo Meloni ha liberato Almasri, un noto trafficante di esseri umani e carceriere di migranti nei lager libici. Un’ipocrisia gigantesca: la destra dice di voler combattere l’immigrazione illegale, ma poi rilascia chi la gestisce.
L’immigrazione non è un’emergenza, ma una realtà strutturale
Per anni, la destra ha trattato l’immigrazione come una “crisi continua”, alimentando il panico sociale e proponendo solo soluzioni emergenziali. Ma il fenomeno migratorio è strutturale e va gestito con politiche serie, non con propaganda e slogan.
Serve:
Un sistema di ingressi regolari che riduca il traffico di esseri umani.
Accordi internazionali veri, e non solo repressione.
Un’accoglienza sostenibile, evitando la gestione caotica e i mega-centri.
Una distribuzione equa dei migranti in Europa, perché l’Italia non può affrontare il problema da sola.
Quella della Diciotti non è una sentenza “contro gli italiani”, ma un atto di giustizia contro un abuso di potere. La destra sta cercando di rovesciare la realtà, insultando i giudici e alimentando un clima di odio contro la magistratura. Ma la verità è semplice: chi ha creato il problema, oggi finge di indignarsi perché lo Stato deve pagare. Un teatrino già visto, che non serve a risolvere nulla, ma solo ad alimentare la campagna elettorale permanente di chi sull’odio e sulla paura ha costruito la propria carriera politica.
pH Pixabay senza royalty