Di Paola Francesca Moretti 

In un giardino di ricordi sfumati,
dove il tempo danza in perimetri incerti,
la mia mamma, dolce stella, è smarrita,
avvolta da un velo di grigia bruma.

Il suo sorriso, un raggio di sole,
ora a malapena accarezza i giorni,
e le parole che prima come fiori
sbocciavano, ora sono vuoti ritorni.

Nel labirinto della sua mente,
dove un tempo risuonavano melodie,
si celano storie di vita intensa,
perdute, volano via come foglie in autunno.

Reminiscenze di fiabe bisbigliate,
di notti in cui la luna brillava,
ogni parola era un abbraccio d’amore,
ogni bacio in fronte una promessa che non svaniva.

Ma ora l’eco di quelle tenerezze
svanisce nel silenzio della memoria,
il suo sguardo cerca, ma non trova
il calore di un ricordo che non colora.

Madre mia adorata,
ti riconosco anche tra le ombre dell’oggi,
la tua essenza vive, mai è dimenticata,
sei la luce che guida i miei passi.

E mentre le stelle brillano in cielo,
io continuo a cercarti nei tuoi occhi,
nella dolce soavità di una ricordanza,
nel sentimento forte che ci unisce ancora.

La mia mamma custode di sogni e desideri,
pure nell’assenza, resta sempre presente,
un legame indissolubile, un’emozione di ieri,
che si intreccia al dolore e alla speranza di domani.

Ti celebro, madre, nella tua fragilità,
tu sei la poesia che vive nel mio cuore,
anche se oggi le parole son lontane,
la tua vita rimane un eterno splendore.

 

pH Pixabay senza royalty

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