Di Daniele Piro

La storia di Carmelo Imbriani non può non far sussultare i cuori di quanti lo hanno conosciuto, in particolar modo nell’hinterland beneventano, provincia di origine del golden boy giallorosso, e della tifoseria sannita nella quale Carmelo ha giocato ed allenato sia nel settore giovanile che nella prima squadra.
Chi vi scrive era legato da vincoli di sangue con il calciatore giallorosso, ma la parentela è solo un piccolo aspetto di una storia che si è prestata ormai alla narrazione di libri che di docufilm. Ieri sera, nella popolarissima trasmissione LE IENE in onda in prima serata su Italia 1, il fratello Gianpaolo ha ripercorso riavvolgendo i nastri del tempo, la vita di Carmelo e le iniziative che sta portando avanti in giro per il mondo. Un viaggio unico ed incredibile che i telespettatori hanno potuto in piccola parte ammirare guardando lo schermo della tv, ma, chi conosce Gianpaolo e ne segue le gesta, sa benissimo che quei 20 minuti di servizio trasmessi ( per altro raccontati benissimo), non possono minimamente rendere l’idea del calore, della passione e delle gesta di due fratelli legati per sempre da un alchimia profonda.
Ciò che sicuramente viene fuori dal meraviglioso racconto di Gianpaolo è la presenza di Carmelo nei volti sorridenti dei bambini e dei ragazzi di Itigi, amena località della Tanzania, che possono giocare in un campo di calcio vero, grazie ai fondi ed alle donazioni ricevute dall’Associazione “Imbriani non Mollare”ed al prodigarsi di Gianpaolo.
L’adesivo con il volto gioioso e l’urlo dopo un gol di Carmelo ormai è presente in tutti e 5 i continenti oggetti del viaggio pluriennale di Gianpaolo. A chiunque gli abbia dato da bere, mangiare, ospitalità, passaggi in auto, moto o qualsiasi altro mezzo di locomozione, Gianpaolo ha donato un adesivo condito dalla storia di Carmelo. Ha raccontato sicuramente dei suoi gol, delle sue gesta da calciatore, ma soprattutto dell’umanità, della semplicità e del coraggio di un ragazzo troppo presto strappato alla vita. Il campo da calcio di Itigi è solo il primo di una pazza idea di Gianpaolo, ovvero quello di costruirne uno in ogni continente da lui girato in cui trasmettere quei valori che da sempre erano propri di Carmelo.
“ Il calcio finisce, la vita resta. Ho lasciato qualcosa come uomo e questa è la mia vittoria più grande”. Questa è la frase simbolo che Carmelo pronunciò mentre lottava contro la sua malattia. Sicuramente ci ha lasciato tanto in termini di valori umani; l’umilta’ del suo carattere, il sorriso della sua faccia pulita, la familiarità con cui si concedeva ad amici e tifosi; mai sopra le righe, mai una parola fuori posto.
Non basterebbero articoli o fiumi di parole per parlare di cosa è Carmelo, ma tutti abbiamo la consapevolezza cha ancora oggi ci strappa un sorriso e ci fa sussultare il cuore quando viene ricordato in primis attraverso le peripezie di Gianpaolo, in occasioni della ricorrenza del suo compleanno ed ahimè in quella della data della sua scomparsa. Ciao Carmè, volevi fare un gol alla vita e sarebbe stato il tuo gol più bello, ma la palla si è fermata sul palo, forse per farti correre adesso lassù fra le nuvole, libero, con la chioma oscillante al vento proprio come quando partivi imprendibile col tuo numero 7 stampato dietro le spalle.
Carmelo e Gianpaolo, due cuori uniti per sempre nel racconto di un viaggio incredibile.

Scugnizzo69

 

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