La Biblioteca (o Archivio) Capitolare di Benevento, piazza Orsini, 27, di pertinenza del Capitolo Metropolitano “Santa Maria Assunta” è in istituto di rilevanza internazionale per i fondi di manoscritti e di pergamene che custodisce. Si segnalano, in particolare, i codici in scrittura beneventana importanti testimoni per la paleografia, per la storia della liturgia e della musica, per la letteratura agiografica, etc.
La conservazione e la tutela di questo patrimonio “unico” sono le condizioni preliminari per la valorizzazione e lo studio e in taluni casi necessitano costosi interventi di restauro per restituire il manufatto alla pubblica fruizione.
Nell’analisi delle priorità si è deciso di intervenire su due manoscritti. Il primo indicato con la segnatura Benev.373 (=Varia Instrumenta pro Diuersis Personis ab anno 1278 ad annum 1296), in condizioni estremamente precarie tanto che il prof. Pollio dell’Università degli Studi “Federico II” di Napoli ha individuato ben sei agenti patogeni ancora operanti, riporta 126 atti notarili della seconda metà del secolo XIII e 7 annotazioni di visite pastorali. Il secondo indicato come Benev. 63 è il famoso Registrum Privilegiorum della Benevento pontifica, conosciuto come codice Favagrossa dal nome del notaio e cancelliere che lo compilò a partire dal 1489.
Sentiamo l’intervista realizzata a Mons. Mario Iadanza – Direttore della Biblioteca Capitolare.

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