L’NBA è sicuramente il campionato professionistico più affascinante dell’intero panorama cestistico mondiale ed ogni tanto accade qualcosa di storico. Come ieri sera. Al Naz Chase Center, va in scena l’incontro Warrior vs Kings. Sembrerebbe uno dei tanti, troppi incontri della regular season, di quelli che lasciano il tempo che trovano, visto che le partite serie, quelle che incollano milioni di americani e non solo davanti la tv, iniziano con i play off ; invece non è stato così perché al minuto 8:22 sul cronometro del terzo periodo, un tizio in campo con la maglietta dei Golden State fa la cosa per lui più naturale del mondo, ovvero tira da tre e, tanto per cambiare, segna.
Il tizio in questione, a vederlo per strada, non gli daresti due lire se ti dicessero che è il più grande tiratore da tre di tutta la storia NBA. Lui è Steph Curry e, come in ogni partita, di cosiddette “bombe” ne mette giù a ripetizione. Ma quella di ieri sera, al minuto 8.22 sul cronometro del terzo quarto fa scoppiare in un boato pazzesco il Naz Chase Center. Tutti in piedi a festeggiare, non ce n’è uno seduto nemmeno a pagarlo.Eh già, quella di ieri sera è una tripla dal sapore completamente diverso. E’ “solo” (si fa per dire) la “bomba” numero 4.000 della sua carriera.
Sì, Q U A T T R O M I L A.
Steph, al minuto 8 e 22 sul cronometro del terzo quarto, diventa il primo giocatore nella storia della NBA a riuscirci e probabilmente l’unico armato di una folle pazienza nell’attesa di questo momento che solo lui sapeva sarebbe arrivato.I suoi numeri sono impressionanti: il secondo ed il terzo nella particolare classifica dei migliori tiratori da tre sono staccati di 883 e 1.027 “bombe”, anche se hanno giocato però 122 e 288 partite in più di Steph.
Per l’undicesima volta da quando calca i parquet, Steph ha raggiunto quota 250 triple stagionali; James Harden (secondo) e Ray Allen [terzo] arrivano a 8, insieme.
Sicuramente il basket moderno per molti addetti ai lavori è peggiorato; alcuni tecnici sostengono che si sia addirittura snaturato con l’avvento del tiro da tre che, di fatto, ha cambiato il gioco. Vero è che c’è forse più spettacolarità, punteggi più alti, frutto anche di tiri più rapidi, ma è anche vero che non esiste più una vera e propria definizione dei ruoli. Quello che una volta era il pivot, il lungagnone che giocava ad un metro dal canestro, oggi è un eclettico atleta di due metri e 10 che tira da tre con una semplicità mostruosa; ci sono poche penetrazioni, pochi passaggi al centro sotto canestro, si lavora poco nell’area del tiro libero, preferendo un gioco molto più perimetrale con numerosi tentativi dalla distanza.
Ma tutto questo esula dalla bravura di Steph che ha scritto una pagina importantissima ieri notte destinata a durare a lungo. Chissa’ quanto tempo bisognerà aspettare per riscrivere una pagina cosi’ sublime nella storia del basket mondiale, ammesso che questo accada.Ogni tripla nella sua carriera è stata il pezzo di puzzle completato ieri sera.
Un puzzle probabilmente inarrivabile.
Scugnizzo69
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