Aver globalizzato tutti i 200 Stati del mondo, senza capire come rendere “inoffensivi” quelli che dispongono e abusano della sovranità monetaria, è utile alla sicurezza mondiale, quanto sfregare un fiammifero in una raffineria di petrolio.

Chi ha moneta propria, finanzia il funzionamento non il risanamento delle istituzioni quando già cadono a pezzi come in Italia, e a costi astronomici erogano disservizi anziché servizi.
Secondo gli storici, l’economia ha iniziato ad affiancare la politica nella pacifica unione mondiale dei popoli definita “globalizzazione”, tra il 1840 e il 1914; e ora tutti i 200 stati del mondo competono “alla pari”: quelli con sovranità monetaria in Rolls Royce; e quelli come noi italiani, sovrani solo politici con le tasche bucate, che si sentono ricchi sfondati con un carico di debito pubblico impagabile.
La globalizzazione l’avranno inventata i “POPOLI PAPERONI” con sovranità monetaria, che possono essere competitivi contro la stragrande maggioranza di stati indebitati e squattrinati; che saggiamente il giornalista e scrittore Enrico Grazzini ha battezzato “Stati castrati“.
Insomma la migliore politica di uno stato con sovranità monetaria, non può essere mutuata in uno privo di moneta propria, perché  indurrebbe gli addetti ai lavori a spendere allegramente a debito per tappare buchi e voragini.
L’Inghilterra ha salutato la UE e si è defilata, non perché rischiava di fallire, ma perché rischiava di sterminare tutti gli stati indebitati de l’Unione Europea con la sua competitività finanziaria. E magari alla lunga avrebbe pure subito gli effetti collaterali di altri Stati UE in difficoltà.
Le istituzioni degli Stati indebitati d’Europa, rischiavano di prendere la politica inglese come esempio; e sperperare allegramente le tasse, sangue dei contribuenti, (con decine di migliaia di piccoli imprenditori falliti o suicidi per eccessivo prelievo tributario) scambiando gli euro comprati a caro prezzo, per sterline uscite fresche fresche da una rotativa del Regno Unito al costo di carta colorata.
Nei paesi senza sovranità monetaria le leggi non possono essere applicate sempre alla lettera, ma vanno aggiornate e adattate alla condizione del momento, salvo che non si voglia imboccare la via a scorrimento veloce del default.
È giusto che tutti gli stati garantiscano i diritti inviolabili dei cittadini; ma se il costo di questo servizio viene scaricato pari pari sui contribuenti, i piccoli imprenditori finiscono per fallire o suicidarsi.
La giustizia è qualcosa di molto diverso della legalità burocratica.
Il vero giudice sa di non poter separare diritti e doveri applicando la legge, perché se il costo burocratico per salvare tizio uccide tributariamente Caio, la legalità burocratica è viva ma la giustizia ne esce morta, e lui come giudice si dimostra un pericolo pubblico, una calamità naturale.
Prendere per buona la politica spendacciona degli Stati monetariamente sovrani, induce le burocrazie degli Stati non sovrani come l’Italia, a pretendere e a spendere senza risparmio,  spettacolarizzando la tutela dei diritti di una minoranza, per fini carrieristici individuali o corporativi e scaricando sui contribuenti costi e doveri assassini.
 
Il meglio della globalizzazione sta tutto qua. La guerra serve solo ai sovrani col portafoglio e non a quelli con le tasche bucate. Ma a perdere borsa e vita, sul fronte economico, finanziario e bellico, ci mandano i popoli a sovranità “dimezzata” che si ammazzano conto terzi: come ora ucraini e palestinesi che aspettano il miracolo dai “santi della politica”: Trump, Putin, Xi Jinping & “santini” UE.
pH creata con IA

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